Negli ultimi giorni, nonostante la primavera sia già cominciata, sembra tornato l’inverno in buona parte d’Italia. Dai 18-20 gradi di media dello scorso weekend, le temperature sono scese sotto i 10 gradi. Chi aveva smesso di accendere i riscaldamenti ha dovuto fare dietrofront e tornare ad azionarli. Peccato che tra pochi giorni scatterà lo spegnimento del riscaldamento centralizzato come da regola. Anzi in alcune province meno fredde è già partito. Non sono passati molti mesi da quando il governo aveva deciso di spostare in avanti la data di accensione dei riscaldamenti per far fronte al caro gas e il discusso razionamento.

Di fatto, anche la data di spegnimento era stata anticipata seguendo la suddivisione a fasce del riscaldamento centralizzato in Italia.

Spegnimento riscaldamenti, ecco quando si stoppano i termosifoni, in alcune zone non si possono già più accendere

Con il freddo in atto, però, sono previste delle modifiche da parte delle amministrazioni locali che possono scegliere o meno di anticipare o posticipare i tempi.

Come stabilito dal decreto del Presidente della Repubblica n. 412 dell’agosto 1993, l’Italia è suddivisa in fasce climatiche dalla A alla F, dove la zona A comprende tutte quelle zone più calde e la F le più fredde. L’ultimo decreto, aveva sottolineato che nella zona A i riscaldamenti si possono tenere accesi per 6 ore al giorno dal 1 dicembre al 15 marzo.  Nella zona B dal 1 dicembre al 31 marzo per otto ore e nella zona C per dieci ore, dal 15 novembre al 31 marzo. Per quanto riguarda la zona D, i riscaldamenti sono accesi dal 1 novembre per 12 ore e si spegneranno il 15 aprile. Nella Zona E per 14 ore dal 15 ottobre al 15 aprile mentre nella zona F non c’è, invece, nessuna limitazione. Proprio perché comprende le zone più fredde.

Le date nelle fasce C, D e E

Con il cambio delle temperature, però, alcune zone hanno deciso di modificare la data di spegnimento dei termosifoni.

Ad esempio nella zona E, che comprende le province di Milano, Bologna, Trieste, Ferrara, Piacenza, Modena, Novara, Torino, Parma, Ravenna, Rimini, Reggio Emilia, Gorizia, Pordenone, Verbania, Alessandria, Padova, Campobasso, Verona, Vicenza, Asti, Biella,Verbania, Enna, L’Aquila, Perugia, Potenza, Arezzo, Rovigo, Rieti, Frosinone, Bolzano, Aosta, Udine, Treviso, Venezia, Vercelli, Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Lecco,Varese, Sondrio e Pavia,si spegneranno i riscaldamenti il 7 aprile. Stessa data prevista anche per le province che si trovano nella zona D, quindi:
Ancona, Prato, Siena, Teramo, Grosseto, Lucca, Firenze,Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Pescara,Ascoli Piceno, Macerata, Pesaro, Massa Carrara, Livorno, Pistoia, Pisa,Chieti, Genova, La Spezia, Savona, Roma,Foggia, Forlì, Isernia, Matera, Nuoro, Terni e Vibo Valentia.
Nelle province delle zone B e C, i riscaldamenti sono già spenti dal 23 marzo. Mentre in quelli della fascia A lo spegnimento è già scattato lo scorso 7 marzo. Per le province della zona F, infine, che comprende le città più fredde in montagna, non c’è un limite.