La realtà è molto più cruda, siamo in guerra e serve un piano di razionamento’. Queste le parole di Davide Tabarelli, presidente di Nomisma, dopo l’annuncio da parte della Russia di un’interruzione nei rifornimenti di gas all’Europa. La ragione sarebbe di ordine tecnico: le sanzioni impedirebbero la sostituzione di due turbine Siemens sul gasdotto Nord, necessarie affinché il servizio possa proseguire. Il Canada si è detto disposto a ‘violare’ le sanzioni e a rifornire la Russia dei materiali necessari, ma da Kiev tuonano che non bisogna cedere al ricatto.

Il taglio delle forniture colpirebbe nell’immediato la Germania, ma è tutta l’Europa che rischia una situazione assolutamente inedita. Il rischio è una recessione economica mai affrontata prima, con razionamenti, blackout, inverno al freddo e bollette che potrebbero diventare insostenibili per cittadini e imprese.

Prezzo del gas alle stelle con lo stop dalla Russia

Le guerre moderne non si combattono soltanto sui campi di battaglia, ma anche dal punto di vista economico. E il gas della Russia rappresenta l’arma più importante nelle mani di Putin. A inizio 2020 il prezzo del gas sul mercato di Amsterdam si attestava sui 10 euro a megawattora; l’anno successivo era già salito a 30 euro a megawattora, il 7 luglio 2022 ha raggiunto la cifra record di 183 euro, attestandosi poi in chiusura di settimana a 169,25 euro. Le stime di crescita post-pandemica sono state riviste a ribasso e BusinessEurope, una confederazione che riunisce 40 organizzazioni europea a tutela di datori di lavoro e imprenditori, ha fatto sapere che molti Stati membri dell’Unione Europea potrebbero subire una recessione tecnica nel 2022.
Tutto questo senza contare la possibilità di uno stop del gas proveniente dalla Russia. A quel punto, come ha sottolineato Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, l’Italia sarebbe ufficialmente in crisi economica da recessione. La crisi energetica sarebbe devastante: si parla di inverno al freddo, razionamenti e blackout, perdite nell’ordine di 50 miliardi di euro per il settore manifatturiero italiano, bollette insostenibili per famiglie e imprese.

La debolezza e l’incapacità dell’Europa dinanzi al possibile stop del gas dalla Russia

Il Sole 24 Ore ha raccontato quanto l’Europa, negli ultimi anni, sia stata debole e incapace dinanzi alla dipendenza assoluta nei confronti del gas russo. Dei segnali d’allarme erano giunti in passato: nel 2006 e nel 2009, quando per brevi periodi erano stati bloccati i rifornimenti all’Ucraina, con la motivazione di un mancato rispetto degli accordi contrattuali. Secondo molti analisti la vera ragione era la spinta europeista seguita alla ‘rivoluzione arancione’.
Ma l’incapacità dell’Europa si mostra anche nell’incapacità di ‘governare’ il prezzo del gas. Ci si chiede infatti perché la UE non intervenga sul mercato finanziario di Amsterdam: è ancora il caso di lasciar fare il mercato quando tutta l’Europa rischia una recessione mai vista prima e di permettere a pochi fornitori di arricchirsi enormemente soltanto per rispettare il dettato del libero mercato? Si attende dunque una risposta a livello continentale, ma per il momento non sembra che un calmiere dei prezzi sia sull’agenda dei governanti europei.
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