Forse non tutti sanno che nel nostro Paese anche l’utilizzo di impianti termici per riscaldare le nostre abitazioni è regolamentato da un decreto. Lo stop ai riscaldamenti 2024 rientra proprio in tale misura. Stiamo parlando del Decreto del Presidente della Repubblica 74/2023 il quale definisce i criteri generali per l’utilizzo di tali impianti. Esiste a tal proposito un vero e proprio calendario che ci svela quali sono le date in cui termosifoni e altri sistemi di riscaldamento domestico si spegneranno.

Le date città per città

Sono state istituite delle aree in base all’aspetto climatico delle città.

A dire il vero, lo stop è già partito in alcune zone del nostro Paese, dal 15 marzo infatti sono partite diverse limitazioni. Naturalmente, le aree più calde hanno già ricevuto lo stop dei riscaldamenti, mentre invece le città più fredde potranno ancora usufruirne. Naturalmente, se alcuni lettori si stessero chiedendo per quale motivo il Governo deve decidere quanto tempo devo tenere i riscaldamenti accesi durante il giorno, la risposta è molto semplice: si tratta di impianti inquinanti e quindi è necessario mettere un freno al fine di limitarne l’inquinamento.

Insomma, anche in questo caso parliamo di una problematica legata alla sostenibilità e rientra tra le tante battaglie che la nuova collettività sta attuando al fine di limitare le emissioni di carbonio. Il nostro Paese è stato quindi diviso in sei aree climatiche tramite il cosiddetto parametro dei gradi-giorno, ossia la media giornaliera della temperatura per città. Neln’area A si sono spenti il 15 marzo, e parliamo di zone come Lampedusa, Porto Empedocle e Linosa. Il 31 marzo è invece toccato alla Zona B, che comprende Agrigento, Catania, Crotone, Messina, Palermo, Reggio Calabria, Siracusa e Trapani. Stessa data anche per la zona C (la differenza sta nelle ore di limitazione, 12 o 14 ore di riscaldamenti consentiti al massimo al giorno) e le città sono Imperia, Latina, Bari, Benevento, Brindisi, Cagliari, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Lecce, Napoli, Oristano, Ragusa, Salerno, Sassari e Taranto.

Stop riscaldamenti, le altre città

Il 15 aprile scatta lo stop per le altre aree. Ecco di quali si tratta con il calendario zona per zona:

15 aprile Zona D:

Genova
La Spezia
Savona
Forlì
Ancona
Ascoli Piceno
Firenze
Grosseto
Livorno
Lucca
Macerata
Massa Carrara
Pesaro
Pisa
Pistoia
Prato
Roma
Siena
Terni
Viterbo
Avellino
Caltanissetta
Chieti
Foggia
Isernia
Matera
Nuoro
Pescara
Teramo
Vibo Valentia

15 aprile Zona E:
Alessandria
Aosta
Asti
Bergamo
Biella
Brescia
Como
Cremona
Lecco
Lodi
Milano
Novara
Padova
Pavia
Sondrio
Torino
Varese
Verbania
Vercelli
Bologna
Bolzano
Ferrara
Gorizia
Modena
Parma
Piacenza
Pordenone
Ravenna
Reggio Emilia
Rimini
Rovigo
Treviso
Trieste
Udine
Venezia
Verona
Vicenza
Arezzo
Perugia
Frosinone
Rieti
Campobasso
Enna
L’Aquila
Potenza

Nessuna limitazione Zona F:
Cuneo
Belluno
Trento

Si sta parlando naturalmente di riscaldamenti centralizzati, ossia quelli che partono autonomamente nei condomini. Queste dunque le date e le limitazioni relative allo stop riscaldamenti. Come detto, lo scopo è quello di ridurre o quanto meno tenere a bada il problema dell’inquinamento e lo scorso anno il nostro Paese ha ottenuto la palma di turismo green dimostrando una forte sensibilità sul tema in questione.

I punti chiave…

  • stop riscaldamenti in tutta Italia, limitazioni in base alle aree climatiche;
  • al Sud le limitazioni degli impianti centralizzati sono partite già il 15 marzo;
  • il 15 aprile è la data per le altre città, nessuna limitazione per la zona F che comprende Cuneo, Belluno e Trento.