Nella puntata di lunedì 25 marzo di Report si è parlato delle donne ed in particolare del fatto che esse per il medesimo bene di consumo spendono ogni anno circa 1.400 dollari in più dell’uomo secondo quanto rivela uno studio eseguito dallo Stato della California. Anche in Italia i dati del portale Idealo dimostrano che il prodotto femminile costa di più di quello equivalente per il sesso maschile (una vera e propria tassa rosa). E ancora, è stato evidenziato che su assorbenti e prodotti di igiene femminile, beni primari per la donna, vi è un’Iva al 22%.

Prodotti femminili e maschili: l’inchiesta di Report

I dati di Idealo, portale web di comparazione prezzi, rivelano che spesso la versione “Lei” costa di più rispetto alla medesima versione “Lui”. Proprio per questo gli inviati di Report si sono recati in alcuni punti vendita per capire quanto le donne paghino realmente in più. Sono stati chiesti i prezzi di alcune scarpe e si è evinto che soltanto perché di colore rosa lo stesso modello di calzatura costa di più. Si chiama tassa rosa ed è la maggiorazione di prezzo sui prodotti femminili che in Italia è stata studiata proprio dal portale Idealo.

Dallo studio si evince, ad esempio, che per i prodotti di abbigliamento il sovraprezzo per lei è dell’8% mentre per le scarpe del 10%. Per la cura personale è addirittura del 13%. Per smascherare il sovraprezzo nascosto Idealo ha analizzato i prodotti in vendita su trentamila negozi online e si è scoperto che le donne, per avere gli stessi prodotti, devono pagare qualcosina in più.

Lo Stato per questo ci guadagna una percentuale grazie all’Iva. Invece avrebbe il compito di vigilare e far sì che non vi siano differenze di genere. Gli altri paesi, comunica Sigfrido Ranucci, stanno cercando di porre rimedio a ciò mentre il nostro ha abbassato invece la tassa sul tartufo con l’Iva che è scesa al 5% mentre si continua a considerare un bene di lusso l’assorbente la cui Iva è al 22%.

La tassa rosa

Il nostro paese insieme alla Spagna è quello che ha la tassa rosa più alta. Viene fatto l’esempio sui profumi la cui differenza è di 9 euro ogni 100 ML mentre in Germania è di 7 euro e in Inghilterra di 6 euro. L’inviato di Report si è poi recato in profumeria dove la commessa gli ha mostrato un Eau de Toilette da 100 ML che viene venduto a 78 euro mentre lo stesso prodotto ma per uomo da 125 ML viene venduto alla stessa cifra.

È stata in merito intervistata un’economista il cui nome è Francesca Bettio alla quale è stato chiesto il perché le aziende impongono tali prezzi. La dottoressa ha risposto che c’è una forte domanda per ogni prodotto che preservi l’identità di donna rispetto ad un uomo. Quindi le aziende sfruttano la forte volontà delle donne per dare loro delle illusioni sull’efficacia effettiva del prodotto. L’illusione è quella che il prodotto possa esaltare la propria femminilità.

Assorbenti e prodotti di igiene femminile tassati come beni di lusso

Oltre alla tassa rosa c’è un’altra tassa che paga solo la donna. Parliamo di quella sugli assorbenti che da noi sono tassati come beni di lusso in quanto l’Iva è al 22% come gli apparecchi elettronici, i super alcolici ed i pacchetti vacanze. Nella legislatura passata due deputati avevano cercato di cambiare la cosa in quanto, come comunica Beatrice Brignone di “Possibile”, i tampax, gli assorbenti e i prodotti igienici femminili sono prodotti essenziali per la donna. Perché quindi devono essere tassati come beni di lusso? La Brignone alla telecamere di Report ha spiegato che ad ogni legislatura hanno provato a far inserire degli emendamenti ma ogni volta questi sono stati mandati al mittente per mancanza di copertura.

Pippo Civati di “Possibile” ha aggiunto che il gettito ci perderebbe se tali prodotti non fossero tassati come beni di lusso circa 50, 60 o massimo 70 milioni di euro secondo le loro stime, una cifra quindi non stellare.

Gli altri paesi e il commento di Laura Castelli

Alle Canarie, ad esempio, la tassa sugli assorbenti è stata abolita. La ministra della Finanze del Governo delle Canarie in merito a ciò ha comunicato che assorbenti e prodotti igienici femminili sono parte integrante del budget familiare e proprio per questo è stato deciso da tutti i partiti di abolire l’Iva. In Italia si è cercato di ridurre l’Iva mediante degli emendamenti presentati anche dal M5S ma che poi sono stati ritirati o bocciati. Laura Castelli, la Viceministro dell’Economia e delle Finanze in merito a ciò comunica che va interpellata l’Europa e fatto un percorso per ridurre la soglia dell’Iva. Quando le è stato detto che molti paesi europei hanno ridotto l’Iva, la Viceministra ha risposto che questi poi sono andati in sanzione. La riduzione dell’Iva oltre la soglia di esistenza, chiarisce la Castelli, va comunicata a Bruxelles mentre quella che rimane nelle soglie esistenti no.

Cosa dice l’Europa in merito

L’inviata di Report, dopo il colloquio, con la Viceministra dell’Economia ha poi scritto a Bruxelles chiedendo delucidazioni in merito alla questione dell’Iva sugli assorbenti e i prodotti igienici femminili. La rispota è arrivata e in essa c’è scritto che per quanto riguarda i prodotti dell’igiene intima femminile (come gli assorbenti) l’Iva può essere abbassata senza doverlo necessariamente comunicare e incorrere in sanzioni. Al momento il Belgio e l’Olanda hanno l’Iva su tali prodotti al 6%, la Francia al 5,5%, l’Inghilterra al 5,5% mentre l’Irlanda allo 0%. La Scozia, invece, fornisce addirittura assorbenti gratis a tutte le studentesse.

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