Altro che fallimento. Chi pensava che TIM stesse iniziando a perdere pezzi per lasciarsi andare alla crisi si sbagliava di grosso. L’amministratore delegato Pietro Labriola ha fatto sapere che gli obiettivi sono ora quelli di aprirsi a nuove fusioni e fare anche la parte dell’acquirente, in caso ci siano buone occasioni da sfruttare. Insomma, al via lo shopping per diventare più grande.

I piani per allargarsi

La cessione delle reti al gruppo Kkr ha fatto temere il peggio.

Ma poi dopo attente analisi molti esperti si sono accorti che in realtà questa strategia nascondeva una visione lungimirante. Ora TIM è tornata nel mercato dei competitor, svincolandosi da quei paletti che la vedevano obbligata a mantenersi un po’ in disparte. Con la cessione delle reti infatti non ha più alcun privilegio da conservare, e può fare battaglia nel libero mercato. L’Amministratore delegato mette in chiaro le cose: “Non è in vendita! siamo alla ricerca di opzioni per la sua unità consume in veste di acquirente”. E a tal proposito, i cosiddetti competilo non stanno certo a guardare. Di recente infatti Sky ha siglato un accordo con Fastweb per il lancio, nel corso dei primi mesi del 2024, di Sky Mobile.

Insomma, si aggiungono rivali alla corsa al primato di compagnia telefonica migliore del paese. C’è poi come sempre l’obiettivo di guardarsi bene alle spalle da antagonisti ormai consolidati per il nostro mercato come Wind Tre e soprattutto Vodafone. Ma la zona è altamente affollata. Sempre secondo recenti rumors, Iliad avrebbe messo gli occhi sulle attività consumer italiane di Vodafone. Quel che è certo è che questo colossi continueranno a darsi battaglia tra loro, quindi una possibile tregua sembra impossibile, figuriamoci un’alleanza. Le alleanze però TIM è intenzionata a cercarsele altrove, seguendo appunto quanto fatto da Fastweb e Sky.

TIM, quali prospettive ora?

Gli affari sono affari, e Labriola sembra avere le idee chiare in merito.

L’ad non guarda con interesse solo al mobile, ma si dice interessato anche al settore Enterprise. Stiamo parlando del settore relativo alla pubblica amministrazione e imprese. Le indiscrezioni sembrano avvalorare tale possibilità. In questo campo infatti Tim è già stata accostata a realtà con business simili come Engineering o Atos. Nell’occhio del ciclone di recente ci era finita poi TIM Brasil. Questo perché la cessione delle reti aveva fatto pensare a un possibile fallimento della compagnia. Labriola smentisce con forza anche questa possibilità. Non c’è mai stata infatti l’intenzione di vendere TIM Brasil. Altra notizia importante è che la società non abbandonerà la Borsa dopo lo scorporo della rete.

Di particolare interesse anche il rapporto con l’azionista Vivendi. A tal proposito, l’ad è chiaro: “In questa fase è importante più che mai il dialogo con tutti gli stakeholders e non solo con tutti gli azionisti. Vivendi a luglio era in cda quando era stato approvato il piano di separazione e vendita della rete”. Secondo l’amministratore delegato, infine, questa è stata la scelta più saggia che TIM potesse fare. E a giudicare dalle nuove prospettive che gli si stanno aprendo davanti, sembra proprio che lui abba ragione.

I punti più importanti…

  • la vendita delle reti ha portato TIM a competere nuovamente ad armi pari con i rivali;
  • l’amministratore delegato svela alcuni piani dell’azienda, primo fra tutti tornare ad essere acquirente;
  • la compagnia è alla ricerca di opzioni per la sua unità consumer.