Adesso siamo davvero alla frutta, con segnalazioni relative alla truffa della Polizia Postale possiamo chiudere baracca e burattini e cercare un’isola priva di tecnologia per provare a vivere fuori da questo mondo perverso e corrotto. Scherzi a parte, deve essere stata proprio questa la sensazione di scoramento che hanno provato coloro che sono stati truffati con la tecnica dello spoofing. Di cosa si tratta e come difendersi da questo nuovo illecito?

Cos’è lo spoofing?

Partiamo dalle basi, cosa si intende per spoofing? Parliamo di una tecnica truffaldina utilizzata in ambito informatico in cui il cybercriminale nasconde la propria identità fingendo di essere una fonte affidabile per ottenere accesso a informazioni riservate e dati sensibili.

In questo caso, quale fonte più affidabile della Polizia Postale? Stiamo parlando proprio dell’organo che in teoria dovrebbe difenderci e tutelarci dalle tante insidie del web. Sfruttando quindi l’autorità dell’ente in questione, i criminali superano le nostre difese e finiscono per ottenerne vantaggi davvero importanti. Secondo le segnalazioni la truffa della polizia postale riguarda nello specifico la sede di Milano e i truffatori risultano essere tanto abili da riuscire a replicare anche il numero ufficiale dell’organo in questione, ossia 0243333011.

La tecnica utilizzata è un misto di vecchi e nuovi sistemi ma entriamo più nel dettaglio. I truffatori, dopo aver ottenuto il numero della potenziale vittima, effettuano una telefonata tradizionale. Un operatore si spaccia per un addetto della Polizia Postale di Milano, camuffamento avvalorato dal fatto che sul nostro telefono ci apparirà effettivamente Polizia Postale (dato che i truffatori riescono a replicare il numero ufficiale). Durante la telefonata il truffatore (finto operatore) ci informa di problematiche riscontrate sul nostro conto corrente e ci invita ad approfondire attraverso un collega che invece opererà tramite mezzi informatici. A questo punto quindi ci viene chiesto di effettuare alcuni bonifici per mettere in salvo i nostri soldi su un altro conto.

Ovviamente, in questo modo non stiamo facendo altro che dare i nostri soldi ai truffatori. In sostanza, la tecnica è la medesima che abbiamo scoperto con le ultime truffe online che mirano a svuotare il conto.

Truffa Polizia Postale, come difendersi?

Come ci si può difendere da queste nuove truffe online? Ormai ci stiamo infatti rendendo conto che i cybercriminali stanno diventando sempre più scaltri e adottano sistemi sempre più efficaci. In questo caso, infatti, addirittura riescono a riprodurre il numero ufficiale della Polizia Postale di Milano. Insomma, se il nostro smartphone viene ingannato, che strumenti abbiamo per difenderci? Come possiamo riconoscere che siamo per diventare vittime di una truffa? Come sempre diciamo in questi casi, l’informazione è fondamentale. Come dice il detto; per combattere il nemico bisogna conoscerlo. In questo caso la Polizia di Stato, il reparto di Polizia Postale e la Questura di Milano hanno diramato delle comunicazioni proprio per informare i cittadini e permettere loro di diffidare da tali telefonate.

Un trucchetto per riconoscere che si tratta di un tentativo di frode è quello di interrompere la telefonata con il finto operatore e richiamare il numero ufficiale della Polizia Postale di Milano. In questo caso la potenziale vittima si accorgerà che il nuovo operatore in risposta non saprà assolutamente nulla della precedente telefonata. Ovviamente, quando vi si chiede di inviare soldi a conti correnti vari, deve sempre drizzarsi un’antenna nella nostra testa. Anche gli enti ufficiali ci invitano a diffidare sempre da questo genere di telefonate e purtroppo al momento lo scetticismo è l’unica difesa che abbiamo contro questo genere di illeciti.

I punti chiave…

  • spunta nuova truffa che vede protagonista addirittura la Polizia Postale di Milano;
  • il numero è lo stesso e le potenziali vittima fanno fatica a riconoscere l’illecito;
  • diffidare da chi chiede di fare bonifici e inviare denaro è l’unica arma di difesa che abbiamo.