Ecco che ne spunta un’altra. Stiamo parlando di una nuova truffa WhatsApp. A lanciare l’allarme ci ha pensato proprio la polizia Postale, la quale ha diramato un comunicato nel quale si spiega che stavolta i criminali puntano a rubare il nostro account e la nostra identità. Vediamo in che modo viene perpetuato l’illecito e come fare per difendersi dai malintenzionati.

Il furto dell’account

Stavolta la truffa WhatsApp puzza già di vecchio, eppure sta mietendo non poche vittime, visto che anche la Polizia Postale si è sentita in dovere di informare gli internauti.

Stiamo parlando di un illecito che in realtà circola sul web già da qualche anno, ma nelle ultime settimane è tornato in auge mietendo non poche vittime. Tra le vittime, c’è anche il chirurgo ortopedico Cesare Faldini, che su Facebook ha messo in guardia i suoi follower, pazienti compresi. Nel suo post ha scritto:

“Chi scrive a nome mio non sono io! Vi prego di condividere questo tipo di truffa, al momento appena iniziata che si sta diffondendo a macchia d’olio”.

Ci sarebbe da chiedersi se anche il post in questione non sia opera di criminali, visto che afferma di non essere lui (uno scherzetto logico che ci ricorda il paradosso di Epimenide, noto anche come paradosso del mentitore). Battute a parte, c’è da stare all’erta poiché il furto del proprio account può renderci vulnerabili a una serie di problematiche legate al web e ai nostri dati personali. Naturalmente, la portata del problema appare immediatamente chiara nel momento in cui si realizza che, una volta aggirato un utente, può partire una vera e propria catena di Sant’Antonio. Ma come si attua tale truffa su WhatsApp? In pratica ci arriva un messaggio da un nostro contatto. Il testo dice: “Ciao, ti ho inviato un codice per sbaglio, potresti rimandarmelo?”.

Come detto, si tratta di un contatto che abbiamo in rubrica, ma al quale purtroppo è già stato rubato l’account. In parole povere, non è realmente il nostro amico, ma un truffatore che si è appropriato della sua identità.

Truffa WhatsApp, come difendersi?

Dopo tale messaggio ci arriverà effettivamente un SMS con un codice. Se faremo l’errore di condividere tale codice a questo truffatore, ecco che questi avrà la possibilità di rubare anche il nostro account. In pratica, quello che gli abbiamo fornito è il codice di verifica per spostare il nostro account sul suo smartphone. A tal proposito la Polizia Postale ha lanciato il seguente allarme:

“Un numero sempre crescente di cittadini sta segnalando la ricezione sul proprio smartphone di messaggi del tipo “Ciao, ti ho inviato un codice per sbaglio, potresti rimandarmelo?”, apparentemente inoltrati da contatti presenti all’interno della propria rubrica. Molto spesso gli utenti, tratti in inganno dalla presunta conoscenza del mittente e non consapevoli della violazione del profilo, rispondono al messaggio, senza esitazione, inoltrando il codice richiesto. In questo modo, si consente ai cybercriminali di impadronirsi dell’account WhatsApp e di sfruttare il servizio di messaggistica istantanea per compiere ulteriori frodi utilizzando il numero di telefono della vittima, nonché di avere accesso ai contatti salvati nella rubrica, innescando una sorta di “catena di Sant’Antonio”.

Purtroppo i tentativi di frode non finiscono mai, di recente è tornato anche quello della truffa dello squillo senza risposta. Come fare per difendersi nel caso di WhatsApp? Naturalmente la risposta è semplice, una volta che conosciamo il problema possiamo aggirarlo. Ciò significa non condividere tale codice di verifica, e preferibilmente contattare anche le autorità del tentativo di furto, al fine di permettere loro di mettere le mani sul malvivente e interrompere il rischio di nuove truffe ai danni di altri.

I punti chiave…

  • torna in auge una truffa WhatsApp già nota da anni, quella del furto dell’account;
  • i criminali si fingono nostri contatti e ci invitano a condividere un codice che ci arriva via SMS;
  • è bene non condividere tale codice e allertare la Polizia Postale.