Frans Timmermans ha voluto spiegarlo direttamente in italiano che non ci sarà sequestrata la casa con la nuova direttiva comunitaria sull’efficienza energetica degli immobili. La precisazione arriva dopo giorni in cui la stampa italiana aveva anticipato i contenuti della normativa europea, i quali sono stati rivisti all’ultimo minuto, viste le reazioni molto negative dell’opinione pubblica.
Il nuovo testo è molto più soft sul tema: entro il 2027, gli edifici pubblici di classe energetica G dovranno passare almeno in F e dal 2030 a non meno di E.
Secondo Bruxelles, l’85% degli immobili nell’Unione Europea è stato costruito prima del 2000 e per il 75% risulterebbero inefficienti sul piano energetico. Bisogna fare qualcosa tempestivamente, spiega Timmermans, perché l’85% di questi edifici ci sarà anche nel 2050. L’obiettivo è per quell’anno di giungere ad emissioni nette zero e per questo entro il 2027 tutti i nuovi edifici pubblici ed entro il 2030 tutti i nuovi edifici privati dovranno consumare il 100% di energia da fonti rinnovabili.
Il rischio di casa sequestrata resta
Obiettivi ambiziosi, dunque, ma che non ci fanno scampare dal pericolo di ritrovarci in possesso di una casa sequestrata dallo stato. Bruxelles delega ai governi sulle sanzioni e sappiamo che la Francia ha già previsto per gli immobili di classe energetica più bassa il divieto di locazione dal 2025 e di aumento dei canoni dal 2022. In sostanza, i proprietari saranno sottoposti a stringenti limitazioni del diritto di proprietà. In Italia, il governo di turno potrà approfittarne per imporre finalmente una stangata sulle case, perseguita da anni senza mai riuscirci per via della forte opposizione trasversale tra gli elettori.
Cosa potrebbe accaderci? Una super-IMU sulle seconde case di classe energetica G, F e via salendo, nonché la prospettiva della reintroduzione dell’IMU anche sulle prime case energeticamente più inefficienti. La stangata sarebbe verosimilmente doppia, perché ai fini del calcolo dell’imposta sarebbero applicati in futuro i nuovi valori emersi dalla riforma del catasto, mediamente doppi di quelli attuali. E poco importa se il combinato tra la direttiva comunitaria ed eventuali sanzioni nazionali farebbe crollare il valore di mercato degli immobili con bassa classe energetica. Nel nome dell’ambiente, ogni stangata diventa accettabile.