E’ bastato un appello “anti-panico” rivolto alle banche della Nigeria dal governatore Goodwin Emefiele per avere spinto gli istituto, al contrario, a non prestarsi più denaro tra di loro, tanto che i tassi interbancari sono esplosi improvvisamente al 200%. Ma anche quando sono rientrati successivamente al 20-30%, si segnalava un’assenza di liquidità sul comparto interbancario, sintomo della paura degli istituti. Ma cosa è successo? In precedenza, il presidente Muhammudu Buhari, in carica dal maggio scorso, aveva ordinato agli enti governativi di spostare la loro liquidità verso un conto unico del Tesoro.
La misura è stata introdotta per evitare casi di corruzione, sostiene il governo. Il problema è che tale liquidità sarebbe sottratta alle banche commerciali, dove ad oggi viene depositata. Stando alle stime, circa 1.200 miliardi di naira (6 miliardi di dollari) sarebbero drenati dal sistema bancario, in un momento in cui questo ha bisogno di liquidità e mettendo a rischio il rispetto dei coefficienti di riserva obbligatoria. Lo stesso governatore ha ammesso che poco meno di 1.000 miliardi di naira defluirebbero dalle banche, anche se ha rassicurato che ciò non rappresenterebbe un problema.
APPROFONDISCI – http://www.investireoggi.it/nigeria-stretta-monetaria-e-svalutazione-del-naira-contro-la-crisi-del-petrolio/ Le stesse operazioni con la banca centrale sono crollate a 173 miliardi dai 486 del giorno precedente, segno del panico dei banchieri, che temevano e temono tutt’ora di restare a corto di liquidità per le transazioni ordinarie. Emefiele ha escluso una terza svalutazione della naira, sostenendo che il cambio di 197 contro il dollaro rispecchierebbe i fondamentali. Su base annua, la valuta nigeriana perde il 13,5%, il 7,5% dall’inizio dell’anno.
APPROFONDISCI – http://www.investireoggi.it/la-nigeria-e-la-stella-dafrica-cala-il-peso-del-petrolio-e-cresce-il-cinema/ La stella promettente dell’Africa sta subendo da mesi gli effetti del crollo delle quotazioni del
petrolio, una materia prima che qui rappresenta il 90% delle esportazioni e, quindi, dell’accesso ai dollari. Nel tentativo di porre un freno alla caduta del cambio, la banca centrale ha introdotto il divieto di acquisto di dollari per importare 41 beni, che il governatore ritiene possano essere prodotti senza problemi in Nigeria stessa.
Tuttavia, la decisione è stata accolta dalle proteste delle imprese nigeriane, che lamentano una difficoltà ad ottenere dollari per importare beni e servizi e ha portato JP Morgan ad eliminare il paese dall’indice obbligazionario delle economie emergenti.
APPROFONDISCI – http://www.investireoggi.it/la-nigeria-alletta-gli-investitori-ma-la-naira-dovra-essere-svalutata-con-la-crisi-petrolifera/