Tre anni effettivi di vita e altrettanti di strascico polemico circa la sua reale efficacia. Il Superbonus è stato costantemente al centro del dibattito pubblico e, soprattutto, di quello politico.
Non solo un problema di natura tecnica ma anche (e forse per la maggior parte) di effettiva combinazione vincente tra spesa e impresa. Un dettaglio che, in questi anni, ha portato tutti i governi ad apportare delle modifiche (anche molto recenti), nel tentativo di rendere la fruibilità del Superbonus realmente alla portata di tutti e nel pieno delle intenzioni che lo avevano animato.
Un aspetto che, per la verità, rimarcato anche in altre situazioni e da altri esponenti del mondo politico, in primis l’ex premier Mario Draghi. Secondo il quale, però, non era tanto questione di merito quanto piuttosto di impostazione tecnica. In pratica, così com’è (o meglio, com’era), il Superbonus non sarebbe efficace. E questo al netto delle tante richieste inoltrate da condomini e altri enti, convinti della bontà di un progetto di aggiornamento strutturale, termico o energetico del proprio edificio. Inizialmente, il punto debole della struttura si trovava nelle operazioni di cessione del credito. Non solo complesse ma, addirittura, vulnerabili alle truffe. Sulla questione, in realtà, c’è anche chi avrebbe da ridire.
Truffe legate al Superbonus? Secondo i numeri non sono le maggiori (né le peggiori)
Pochi giorni fa, nell’ambito di un’intervista al Quotidiano Nazionale, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è stato anche più diretto.
Superbonus, i numeri delle irregolarità
Le cessioni del credito, proprio in virtù di un aumento degli utilizzi impropri, sono state più volte bloccate e sbloccate. Fino a creare di fatto un catino di crediti incagliati che, sia per i cittadini che per gli acquirenti, hanno fatto pendere la bilancia dalla parte sbagliata dell’agevolazione, rendendola quasi di peso che un reale vantaggio. Nel febbraio scorso, si è disposto lo sblocco dei crediti proprio in virtù di un eccessivo peso sulle casse statali, addirittura di importo superiore ai 120 miliardi di euro. Per quel che riguarda le truffe, tuttavia, le cifre reali al momento disponibili sono leggermente diverse.
L’ultimo aggiornamento
A marzo 2023 (ultimo aggiornamento ufficiale) i crediti di imposta irregolari ammontavano a meno di 10 miliardi di euro. Quasi 3 dei quali bloccati a seguito di verifiche e, quindi, sospesi o scartati. In pratica, senza provocare danni erariali. Il punto è che tali irregolarità non riguardavano tutte il Superbonus. Addirittura l’80% era ascrivibile al cosiddetto Bonus facciate e all’Ecobonus. Alla principale delle agevolazioni edilizie, invece, risultavano attribuibili “appena” 2,5 miliardi, cifra che, pur potenzialmente cresciuta negli ultimi mesi, difficilmente potrebbe aver raggiunto quota 12.
Riassumendo…
- Il Superbonus, fin dalla sua istituzione, ha alimentato un forte dibattito politico, specie in merito alla sua reale efficacia;
- secondo esponenti del governo, il numero di irregolarità graverebbe per circa 12 miliardi di euro;
- stando agli ultimi dati, dei crediti di imposta irregolari, solo una minima parte è realmente ascrivibile al Superbonus.