Non sarà un condono: dopo le polemiche e le critiche il governo torna a far luce sulla pace fiscale parlando esplicitamente di ravvedimento operoso. Il chiarimento è contenuto in un comunicato stampa del CdM dello scorso 20 ottobre. Che cosa viene fatto salvo? Resta la possibilità di “dichiarazione integrativa del 30% dell’imponibile per un massimo di 100 mila euro l’anno e rinvia all’esame parlamentare l’introduzione di misure di saldo e stralcio delle cartelle Equitalia per i contribuenti in oggettiva difficoltà”.
Viene ribadito che la misura non costituisce un condono ma un ravvedimento operoso e che “le dichiarazioni integrative saranno possibili solo per chi ha comunque presentato la dichiarazione dei redditi anche se infedele”. Inoltre, è stato spiegato in conferenza stampa, il testo del decreto interviene sull’articolo 9 eliminando ogni riferimento alle clausole di non punibilità penale e all’agevolazione dei capitali portati illegalmente all’estero. Per quanto riguarda la possibilità di dichiarazione integrativa dunque sarà possibile prevedere l’integrazione “fino al 30% in più dell’imponibile dichiarato, per un massimo di 100 mila euro all’anno per 5 anni”. Nella nuova formulazione del decreto invece non si trova espresso riferimento alla “formula saldo e stralcio delle cartelle per i contribuenti deboli” sebbene Salvini abbia ribadito che, nella conversione in legge, si troverà il modo per approvare “una misura volta a agevolare tutti coloro i quali per motivi oggettivi non siano riusciti a saldare l’ammontare dovuto” in modo da dar seguito alle promesse fatte dal governo.
E’ possibile approfondire il testo del comunicato stampa leggendo al link ufficiale
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