“È giusto ribellarsi a una certa cultura che prevede che le emozioni debbano essere sempre controllate: che non bisogna piangere né ridere troppo e nemmeno essere eccessivamente tristi“, afferma Paolo Crepet. Controllare le emozioni non è possibile. Proprio quest’ultime, d’altronde, ci permettono di provare sensazioni differenti rispetto alle persone che ci circondano, distinguendoci e rendendo ognuno di noi unico nel suo genere.
Il discorso cambia quando si tratta di burocrazia. In quest’ultimo caso i controlli sono all’ordine del giorno.
Esonero dal pagamento della tassa sulla TV di Stato
Considerata una delle tasse più odiate dagli italiani, il canone Rai deve essere pagato ogni anno da tutti coloro che hanno un contratto di fornitura elettrica e posseggono un televisore in casa. Ne consegue, pertanto, che non devono effettuare il relativo pagamento i soggetti che non detengono alcun apparecchio televisivo presso la propria abitazione.
Hanno diritto all’esonero dal canone Rai anche le persone con un’età pari o superiore a 75 anni. In quest’ultimo caso a patto di avere un reddito non superiore a otto mila euro all’anno. I soggetti in questione hanno diritto all’esonero per l’intero anno se il compimento del 75esimo anno avviene entro il 31 gennaio dell’anno di riferimento.
Se il compimento del 75esimo anno di età ha luogo nel periodo compreso dal 1° febbraio al 31 luglio, invece, si ha diritto all’esonero solamente per il secondo semestre dell’anno.
Non possesso TV per non pagare il canone: arrivano i controlli diretti a casa?
Ma cosa succede se una persona dichiara di non avere alcuna televisione in casa solamente per non pagare la tassa sulla TV di Stato? Rischia di incorrere in dei controlli? Ebbene sì, la risposta è affermativa. Entrando nei dettagli l’Agenzia delle Entrate può accedere alle varie banche date pubbliche per verificare eventuali tentativi di evasione. Può chiedere il pagamento degli arretrati fino alla prescrizione della tassa, ovvero fino a massimo dieci anni. In caso di mancato pagamento, inoltre, l’ente può chiedere la riscossione forzata.
Il semplice incrocio dei dati, però, non basta. Non permette, infatti, di sapere con certezza se, il soggetto che ha chiesto l’esonero per il non possesso della televisione, abbia dichiarato il vero. Per questo motivo, in caso di sospetta evasione, può essere predisposto l’accesso in casa della Guardia di Finanza. Che può aver luogo solo a determinate condizioni, dietro autorizzazione del procuratore della Repubblica.
Se in seguito ai controlli si scopre che il soggetto ha in realtà una televisione, e pertanto ha dichiarato il falso, rischia di incorrere in una pesante sanzione. Quest’ultima può essere pari a sei volte l’importo del canone, ovvero pari a 540 euro, più gli arretrati e gli eventuali interessi. Ma non solo, è possibile dover fare i conti anche con una denuncia per il reato di false dichiarazioni, con la pena che può arrivare fino a due anni di carcere.