Non è vero che il canone RAI non si può abolire: all’estero l’hanno fatto. La Nota che smaschera il Governo

Il canone RAI in Italia, a differenza di altri paesi europei, colpisce il semplice possesso del televisore anche se non lo si utilizza mai
3 anni fa
1 minuto di lettura
Quante volte si paga il canone RAI? Ecco la prossima bolletta della luce con la rata

L’ultima proposta, tramite il suo amministratore Carlo Fuortes, è quella di far pagare il canone RAI anche su smartphone e tablet. Molti, invece, spingono per abolirlo prendendo come esempio altri paesi europei.

Una presunzione da superare

Il canone RAI, oggi, in Italia (90 euro annui) si paga ancora mediante addebito diretto sulla bolletta della luce in quanto vige la presunzione secondo cui:

chi è intestatario di utenza elettrica domestica residenziale è da considerarsi automaticamente anche possessore di TV in casa.

Con tale presunzione, pertanto, pagherebbe il canone anche chi in realtà in casa non ha nessun televisore.

Tuttavia, in tal caso, è sufficiente inviare all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione sostitutiva di non detenzione in modo da evitare l’addebito.

Paga, comunque, il canone chi possedendo la TV non guarda mai le trasmissioni ed i programmi RAI. Il canone RAI, infatti, rappresenta ormai una vera e propria tassa che colpisce il semplice possesso del televisore.

Il canone RAI: confronto con altri paese

Lo scopo di estenderlo ai dispositivi multimediali invece che abolire il canone RAI, è quello di ristorare le casse del gruppo, che negli ultimi tempi ha subito un notevole calo delle entrate causato un po’ dall’evasione della tassa ma anche da una riduzione dei ricavi pubblicitari e commerciali.

A ciò si aggiunge un incremento della concorrenza (si pensi al notevole successo delle piattaforme Netflix ed Amazon Prime).

Per Fuortes, sarebbe giusto far pagare il canone anche sul possesso di telefonini ed altri dispositivi elettronici, visto che oggi come oggi la grande maggioranza degli italiani guardano programmi e film su tali dispositivi grazie alla possibilità di scaricare app (tra cui anche Raiplay).

Codacons, tuttavia, punta il dito, facendo presente come in alcuni altri paesi europei la tassa sulla televisione nazionale non colpisce il semplice possesso di un dispositivo (che si la TV, il tablet o altro) potenzialmente idoneo alla visione di programmi ma è spalmato su altri tributi che gli abitanti pagano per altri servizi.

Anche se non trattasi di abolizione è, comunque, un modo per non far sentire ai cittadini il peso di una tassa.

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Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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