Nord Corea: economia in ginocchio senza Cina, ecco perché Pechino non rompe

Economia nordcoreana dipendente dalla Cina, ma Pechino non recide le relazioni commerciali con Pyongyang. Ecco perché.
8 anni fa
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Distanze economiche tra due Coree aumentano

Intanto, è notizia di oggi che le distanze economiche tra le due Coree si amplificano. Nel 2016, il Sud è cresciuto del 2,7% e il Nord di appena l’1%, anche se non è facile misurare le dimensioni di quest’ultimo, visto che beni e servizi non vengono transati sul mercato, ma sono rigidamente prodotti e distribuiti dallo stato. Secondo World Factbook della CIA americana, a parità di potere di acquisto, il pil nordcoreano varrebbe solo 40 miliardi di dollari, quello sudcoreano 48 volte in più, ossia 1.930 miliardi.

L’aspettativa di vita nel regime sarebbe di 70,4 anni contro gli 82,4 della Corea del Sud.

Secondo gli stessi dati del censimento della Corea del Nord del 2008, il 93% delle famiglie non avrebbe ancora accesso all’energia elettrica e al gas. Solo la durissima repressione operata dalla dittatura sarebbe in grado di sventare qualsivoglia forma di resistenza nel paese, le cui condizioni economiche restano spaventosamente arretrate e senza alcuna prospettiva credibile di crescita nel medio termine. Un anno fa, Kim jong-Un celebrò il primo congresso del Partito dei Lavoratori dopo 36 anni, ma pose una pietra tombale sulle riforme, sostenendo che l’apertura del paese al resto del mondo rappresenterebbe una minaccia alla sua economia. (Leggi anche: Corea del Nord, Kim Jong-Un annuncia evento epocale)

E nonostante cibo carente e razionato, il regime si conferma primo al mondo per spese militari, dedicandovi nel periodo 2004-2014 quasi un quarto del pil, il 23,3%, anche se in valore assoluto, le cifre appaiono minime. E con esportazioni di armi per 100 milioni di dollari, pari al 6,6% del totale, risulta prima al mondo, in termini di incidenza sulle esportazioni complessive.

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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