40% dei nordcoreani è denutrito
Il riferimento di McCain è ai forti legami economici tra Cina e Nord Corea. L’interscambio commerciale tra i due paesi rappresenta il 90% del totale per Pyongyang, ma nonostante l’annuncio di uno stop alle importazioni di carbone a febbraio, Pechino non pare ancora intenzionata a fermare la follia del dittatore fuori controllo, che con il lancio di missili balistici in direzione di paesi come il Giappone, rischia di fare esplodere le tensioni politiche nell’area.
Secondo il rapporto dell’ONU, su 25 milioni di abitanti, 10,5 milioni di nordcoreani, il 40% della popolazione totale, soffrirebbe di malnutrizione. E ancora oggi, la stragrande maggioranza degli abitanti dello stato dipenderebbe dallo stato per nutrirsi. Lo scorso anno, il regime ha tagliato da 380 a 300 grammi al giorno l’erogazione di cereali e patate per ciascun cittadino, in un tentativo di razionare risorse sempre più scarse.
Si tratta di una quantità di cibo poco più della metà dell’obiettivo minimo che lo stesso regime si è prefisso. Raccolti carenti generano nel paese anche vere e proprie carestie, come negli anni Novanta, quando perì un milione di persone per fame. (Leggi anche: Nord Corea, economia in ginocchio senza Cina)