Nuova bozza Decreto: ecco le novità della MIA e cosa cambia rispetto al reddito di cittadinanza

Ecco le novità della MIA e cosa cambia in base alla bozza del decreto, rispetto al reddito di cittadinanza di oggi.
2 anni fa
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MIA

Un documento di ben 22 pagine e in tutto 12 articoli. Si tratta della bozza del decreto che tratta di MIA, la Misura di Inclusione Attiva che il Governo avrebbe individuato come la misura che sostituirà per sempre il reddito di cittadinanza. Parliamo sempre di una anteprima di atto, perché la bozza tutto è fuorché un documento vero e proprio. Ci vorrà tempo per le limature, anche perché chi ha letto il testo ha giù sollevato alcune eccezioni. Ma già si può capire cosa il Governo ha intenzione di fare sulla misura di contrasto alla povertà.

Cambia parecchio rispetto al reddito di cittadinanza, ma non dal punto di vista dei requisiti, qualcosa che sa di continuità rispetto alla misura cara ai grillini c’è. E da quando è iniziata a trapelare questa novità, le domande dei lettori sull’argomento sono arrivate subito copiose.

“Buonasera, mi chiamo Rodolfo, over 60 che prende il reddito di cittadinanza. Vivo con mia moglie, di 10 anni più giovane di me e disoccupata. Volevo capire come funzionerà il MIA al posto del reddito di cittadinanza e cosa cambia sui requisiti.”

“Salve, sapete dirmi se avendo due bambini piccoli ed essendo unico genitore nel nucleo, con il MIA l’anno prossimo prenderò di più rispetto al reddito di cittadinanza di oggi?”

Ecco il decreto della nuova MIA e cosa balza subito all’occhio degli osservatori

Non dal 2024, ma dal primo settembre 2023 nasce il MIA, cioè la nuova misura che dal 2024 prenderà il posto del reddito di cittadinanza. Inizia così il decreto su cui sta lavorando l’esecutivo. Un decreto che è ancora una bozza ma che risulta essere molto importante per iniziare a comprendere la novità. Una “misura nazionale di contrasto alla povertà e all’inclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di lavoro, di formazione, di istruzione, di politica attiva, nonché di inserimento sociale”, così battezza la nuova misura l’articolo uno della bozza di decreto.

A primo impatto si vede che si intende dare una svolta alla misura di contrasto alla povertà, perché da semplice sussidio come era diventato ormai da tempo il reddito di cittadinanza, si passa a misura di politica attiva sul lavoro e di inclusione sociale. In altri termini, si dà maggiore importanza al lato di politica attiva che anche il reddito di cittadinanza aveva. Si parla infatti di percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa, con l’obiettivo di far uscire presto i beneficiari da quella condizione di disagio che li aveva portati dentro il programma RDC.

Anche nel MIA la distinzione tra attivabili e non attivabili

Già alcune modifiche al reddito di cittadinanza avevano messo in evidenza la via intrapresa dal Governo per cancellare il sussidio e sostituirlo. Evidentemente a fine 2022 non c’è stato il tempo materiale per partire subito con la nuova misura. Infatti fu solo modificato il reddito di cittadinanza, con la divisione dei nuclei familiari in due grandi fasce. Una divisione che prosegue pure con il MIA naturalmente. E, infatti, all’articolo 2 della bozza si legge che la misura è riconosciuta, per intero, solo a nuclei familiari al cui interno si registra la presenza di disabili, minorenni o over 60. Per gli altri, cioè per quelli che nel reddito di cittadinanza vengono chiamati attivabili o occupabili, MIA ridotta. I

l beneficio economico della MIA, è di 500 euro al mese, cioè 6.000 euro annui. Somma che come con il reddito di cittadinanza sale in base alla scala di equivalenza e quindi al numero dei componenti il nucleo familiare. Per i nuclei familiari al cui interno vi sia almeno un componente con disabilità, oppure un over 60 o un componente sotto i 18 anni, il sussidio arriva a 18 mesi.

Il rinnovo, per cui bisogna attendere come oggi un mese, è di soli 12 mesi e si rinnova sempre di 12 in 12.

Diventa di 375 euro e quindi ridotto del 25% il sussidio base per chi non ha nel nucleo familiare i soggetti prima citati. Per questi il sussidio dura 12 mesi, rinnovabili dopo intervallo di un mese per un ulteriore periodo di 6 mesi. E una sola volta. Infatti dopo questi ultimi 6 mesi, bisogna attendere 18 mesi per ripresentare domanda.

Case, immobili e requisiti della residenza le altre novità

L’ISEE necessario per poter accedere alla misura passa da 9.360 euro a 7.200. Restano invariati i limiti del patrimonio mobiliare e immobiliare. Anche se per le case e i terreni c’è da fare un appunto. Infatti la casa di abitazione per il reddito di cittadinanza non concorreva alla formazione dei 30.000 euro di limite di patrimonio immobiliare oltre il quale il sussidio non veniva erogato. La casa di abitazione del nucleo familiare resta esclusa, ma solo se ha un valore catastale sotto i 150.000 euro. Altrimenti di fatto si perde il diritto alla MIA. Lo status di residente in Italia resta un fattore determinante. Ma non è più di 10 anni la soglia, bensì di soli 5 anni. Dei quali però resta sempre il vincolo degli ultimi due consecutivi.

Ecco le altre novità del decreto

Il componente del nucleo familiare perde il diritto alla MIA nel momento in cui risulta disoccupato da cessazione del rapporto di lavoro per dimissioni volontarie (a esclusione di quelle per giusta causa). Sempre che queste dimissioni siano state presentate nei 12 mesi precedenti la domanda di MIA. Per chi inizia a lavorare, se guadagna fino a 3.000 euro non influisce sul sussidio. E si parla di lavoro di qualsiasi genere, e non come per il RDC 2023 solo per stagionali e intermittenti. Chi avvia una attività di lavoro autonomo, ha diritto a due mesi ulteriori di MIA anche ad attività autonoma avviata. Il MIA a differenza del reddito di cittadinanza sarà indicizzato al tasso di inflazione.

Inoltre, alla prima assenza ingiustificata alla convocazione al Centro per l’Impiego, a un corso di formazione, o a un itinerario del programma GOL, la decadenza è immediata. Alla pari del rifiuto di una sola offerta congrua di lavoro. E per congrua nella bozza si intende l’offerta di lavoro in linea con le competenze del diretto interessato, proveniente da un posto nella stessa provincia di residenza del diretto interessato e in genere non più distante di 80 Km da casa.

 

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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