La Legge di bilancio 2023 è approdata in Senato, difficilmente il testo già approvato dalla Camera dei Deputati subirà modifiche; questo perché la Manovra deve essere approvata entro il 31 dicembre. Tra le novità in materia di pensioni va sicuramente segnalata la proroga di Opzione Donna che dunque rimarrà in vigore anche nel 2023. Tuttavia non si tratta di una proroga secca. Infatti, il Governo ha deciso di rivedere i requisiti per accedere a Opzione donna nel 2023.
Potranno sfruttare Opzione Donna le lavoratrici che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2022 un’anzianità contributiva pari almeno a 35 anni.
Tuttavia, per alcune lavoratrici, il diritto a Opzione Donna si cristallizza alle vecchie condizioni. Per chi non ha maturato i requisiti alla data del 31 dicembre 2021, ora la situazione si fa molto più complicata.
Opzione Donna 2022. Le regole attuali
In base alle regole a oggi in vigore, ex art. 16 del DL 4/2019, Opzione Donna, quale canale di pensionamento anticipato, può essere sfruttato dalle lavoratrici che:
- abbiano maturato entro il 31 dicembre 2021 un’anzianità contributiva pari almeno a 35 anni;
- abbiano un’età anagrafica di almeno 60 anni (ridotta di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di 2 anni).
Ai fini della verifica del requisito contributivo, rileva la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata in favore dell’assicurata, fermo restando il contestuale perfezionamento del requisito di 35 anni di contribuzione al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti, ove richiesto dalla gestione a carico della quale è liquidato il trattamento pensionistico (Fonte Inps).
Cosa cambia con la Legge di bilancio 2023?
Con la Legge di bilancio 2023, Opzione Donna viene prorogata di un anno.
Infatti, potranno sfruttare Opzione Donna, solo coloro che al 31 dicembre 2022 abbiano raggiunto un’anzianità contributiva pari almeno a 35 anni e abbiano compiuto almeno 60 anni di età.
Da qui, è richiesto il rispetto, alternativamente, di uno dei seguenti requisiti:
- assistere da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti (c.d. caregiver);
- avere una riduzione della capacità lavorativa uguale o superiore al 74% (accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile);
- essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa di cui all’articolo 1, comma 852, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Nel complesso, la Legge di bilancio 2023 proroga sì Opzione Donna, ma rende molto più stringenti le regole di accesso.