In Italia si esce in pensione a un’età inferiore a 62 anni. Questo nonostante l’età pensionabile sia pari a 67 anni. Nonostante i positivi dati sull’occupazione, che sta crescendo rispetto al passato, i pensionati in Italia sono ancora troppi per rendere il sistema sostenibile. Alcune delle misure di pensionamento anticipato entrate in vigore negli ultimi anni, come per esempio la quota 100, hanno fatto crescere in maniera eccessiva il numero di pensionati. E, così, il sistema non può andare avanti.
Un crescendo inevitabile che produce un effetto assai particolare. Infatti, più vive la popolazione, più lunga è la pensione che l’INPS e quindi lo Stato sono costretti a pagare. Sono alcuni dei punti cardine illustrati da Alberto Brambilla. Ciò durante la conferenza stampa del nuovo rapporto sul sistema previdenziale, predisposto dal suo Centro Studi Itinerari Previdenziali.
Una conferenza stampa che ha affrontato diversi temi in materia pensionistica. A partire dall’incremento dell’età pensionabile, di cui si parla in questi giorni, per finire ad alcune interessanti proposte fatte dallo stesso Presidente del centro studi. Dal momento che si parla di uno dei massimi esperti previdenziali come Brambilla, riconosciuto da tutti, le cose che ha detto sono importanti e interessanti. A partire da una sorta di nuovo Superbonus sulle pensioni.
Novità pensioni, aumento età dal 2027, Superbonus sulla pensione e blocco delle anticipate
Come si legge anche sul Sole 24 Ore, il Presidente del Centro Studi Itinerari Previdenziali, Alberto Brambilla, ha messo in luce che probabilmente è cosa giusta aumentare l’età pensionabile delle quiescenze di vecchiaia dal 2027. Questo non vuol dire che sicuramente l’età delle pensioni di vecchiaia, ovvero la famosa età pensionabile che oggi è fissata a 67 anni, salirà in modo certo.
Dopo le polemiche tra INPS e CGIL sui simulatori, inizialmente tarati dall’INPS con 3 mesi di età in più dal 2027.
Secondo l’esperto, per la sostenibilità del sistema, aumentare l’età pensionabile è una necessità. Ma va fatto un distinguo, secondo Brambilla, tra pensioni di vecchiaia (per sopraggiunta età pensionabile) e pensioni anticipate (per il completamento della carriera contributiva minima prescritta).
Perché se oggettivamente è giusto aumentare l’età oltre i 67 anni, non bisogna toccare il limite dei 42,10 anni di contributi per le pensioni anticipate senza limiti di età (per le donne 41,10 anni). Anzi, secondo Brambilla, chi a 64 anni di età raggiunge i 38 anni di contributi non deve essere interessato dagli inasprimenti legati alla stima di vita della popolazione.
I dati del sistema devono essere presi in considerazione
Dopo anni in cui si era ridotto il numero dei pensionati a cui l’INPS eroga giustamente la pensione, il trend è tornato a salire. Secondo l’esperto, con una stima di vita che sale a circa 83 anni, e con un numero di pensionati in crescita, è inevitabile spostare in alto l’asticella dell’età pensionabile.
Anche se l’età pensionabile è pari a 67 anni, oggi in media in Italia si esce sotto i 62 anni di età. Circa un terzo dei pensionati a cui l’INPS paga la pensione la percepisce da circa 20 anni. E sono ancora tantissimi coloro che prendono una pensione dall’INPS da oltre 40 anni.
Dati che, nonostante l’occupazione sia in salita e quindi nonostante siano in salita gli introiti dell’INPS, dovrebbero destare preoccupazione. E naturalmente giustificare il fatto che dal 2027 l’età pensionabile debba salire.
Sgravi, agevolazioni e inasprimenti, ed ecco la proposta del Superbonus pensioni
Praticamente la ricetta è sempre la stessa: inasprire i requisiti per ridurre il numero di pensionati che, per via dell’invecchiamento costante della popolazione, è sempre in crescita. Ma anche favorire la permanenza in servizio dei lavoratori. L’idea manifestata da Brambilla, come si legge sul quotidiano citato in precedenza, è una sorta di nuovo Superbonus sulle pensioni.
Nulla a che vedere con il Bonus oggi in vigore per chi resta a lavorare. Anche dopo aver già maturato il diritto alla pensione con la quota 103. O quello per la pensione anticipata ordinaria. Quello che molti chiamano Bonus Maroni, richiamando una vecchia misura di un vecchio governo Berlusconi quando il compianto Roberto Maroni era Ministro, è limitato.
Infatti, consente solo su un paio di misure in vigore di sfruttare lo sgravio contributivo. Restando a lavorare nonostante il diretto interessato abbia maturato il diritto alla pensione. E poi permette di recuperare solo la parte di contributi a carico del lavoratore in busta paga.
La proposta di Brambilla, invece, è un Superbonus che consentirebbe, per 3 anni, a chi decide di rimandare la pensione a 71 anni, di godere di uno sgravio totale pari al 33% dei contributi da versare ogni mese. In busta paga, il 33% in più di netto sarebbe un incentivo che sicuramente alletterebbe molti contribuenti.