L’energia nucleare è tornata al centro del dibattito politico ed economico in Italia. Il governo italiano, su spinta del Ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha annunciato che entro la fine del 2024 verranno varate nuove norme per il ritorno al nucleare. Questo annuncio arriva in risposta alle pressioni di Confindustria, il cui presidente Emanuele Orsini ha evidenziato l’urgenza di accelerare sul tema per affrontare la questione dei prezzi energetici esorbitanti che l’Italia è costretta a sostenere.
Il ritorno del nucleare in Italia: una scelta strategica
Il nucleare è stato escluso dal mix energetico italiano a seguito dei referendum del 1987 e del 2011, ma le crescenti difficoltà energetiche hanno riaperto il dibattito sulla possibilità di riprendere questa via. La questione è stata sollevata con forza il 18 settembre 2024, durante l’assemblea pubblica di Confindustria tenutasi a Roma. Emanuele Orsini ha dichiarato che il ritorno al nucleare rappresenta una scelta strategica per garantire l’indipendenza energetica e la sicurezza nazionale. Il leader degli industriali ha sottolineato come la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di energia stia penalizzando l’Italia, costretta a pagare prezzi doppi rispetto a molti altri paesi europei.
Orsini ha lanciato un appello chiaro e deciso, affermando che l’Italia non può più permettersi di temporeggiare. “Sappiamo tutti che se cominciassimo oggi, ci vorrebbero almeno dodici anni prima di poter sfruttare pienamente l’energia nucleare. Non possiamo perdere altro tempo”, ha dichiarato. Le parole di Orsini non sono cadute nel vuoto. Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo all’appello di Confindustria, ha confermato che il governo Meloni condivide la necessità di accelerare sul nucleare, non solo per garantire una maggiore indipendenza energetica, ma anche per abbattere i costi esorbitanti dell’energia. “Non possiamo più andare avanti con il prezzo dell’energia doppio rispetto al resto d’Europa”, ha affermato il ministro, sottolineando l’urgenza di trovare una soluzione sostenibile e duratura.
Pichetto Fratin ha inoltre confermato che il governo ha già avviato i preparativi per riprendere l’energia nucleare utilizzando tecnologie più moderne. Tra le iniziative in corso, vi è l’istituzione della Piattaforma per il nucleare sostenibile, coordinata dal professor Giovanni Guzzetta, che sta lavorando alla preparazione di un quadro giuridico adeguato per supportare il ritorno al nucleare. Entro la fine del 2024, il governo prevede di avviare il processo legislativo che darà forma a nuove regole in materia di energia nucleare.
Un’opportunità per l’Italia: competenze e know-how
Un altro aspetto fondamentale del ritorno al nucleare riguarda le competenze tecniche di cui l’Italia dispone. Il ministro ha ricordato come il Paese abbia già dimostrato di essere in grado di costruire e gestire impianti nucleari. “L’ultima centrale nucleare costruita in Europa, in Slovacchia, è stata realizzata da Enel”, ha dichiarato Pichetto Fratin, evidenziando come le capacità tecniche italiane non siano mai venute meno. La crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina ha messo a nudo i limiti dell’attuale sistema di approvvigionamento energetico italiano ed europeo. Con il prezzo dell’energia in continua crescita, la mancanza di un piano energetico che comprenda il nucleare rischia di ostacolare lo sviluppo economico del Paese. In questo contesto, il ritorno al nucleare non è solo una scelta strategica, ma una necessità per garantire la competitività dell’industria italiana e migliorare il benessere economico complessivo.
I vantaggi della next generation
Il dibattito sul nucleare in Italia non riguarda il ritorno alle vecchie centrali, ma l’adozione di tecnologie avanzate, come i reattori di quarta generazione. Questi impianti offrono una serie di vantaggi rispetto a quelli del passato, tra cui una maggiore sicurezza, una produzione di scorie ridotta e la possibilità di essere integrati in un sistema energetico basato sulle fonti rinnovabili.
Sebbene il ritorno al nucleare in Italia sembri ormai una prospettiva concreta, rimangono diverse sfide da affrontare. La costruzione di nuovi impianti nucleari richiede un investimento ingente in termini di risorse economiche e di tempo. Come sottolineato da Orsini, anche se il processo venisse avviato oggi, ci vorrebbero almeno dodici anni prima di vedere i primi risultati concreti. Inoltre, il nucleare rimane un tema divisivo in Italia, con una parte della popolazione ancora scettica riguardo alla sicurezza di questa fonte di energia. Gli incidenti passati, come quello di Chernobyl e Fukushima, hanno lasciato un segno profondo nell’immaginario collettivo, e sarà compito del governo rassicurare i cittadini sul fatto che le tecnologie moderne siano sicure e affidabili.
Riassumendo…
- sfida ambiziosa ma necessaria per l’indipendenza energetica del Paese;
- nuove norme entro fine anno per sfruttare le nuove tecnologie;
- ci saranno da superare sfide economiche negli investimenti, ma anche di opinione pubblica.
Siamo un paese con mille idee ma purtroppo abbiamo le lobby che ci fermano basta pensare alla fusione fredda fermata persino da Rubbia e politici che fanno i loro interessi non quelli dell’ Italia…………non dico altro ….. se qualcuno parla bene gli date del fascista……