Prestare dei soldi a una persona e non riuscire a recuperarli perché poi si scopre che questo debitore è nullatenente. Una situazione questa che sicuramente rappresenta un incubo per chi ha prestato i suoi soldi e deve recuperarli. Il nullatenente è colui che non ha nulla di intestato a tal punto che i suoi creditori non possono nemmeno adire le vie legali sperando che un giudice emetta sentenza di pignoramento dei beni del debitore. Se non c’è nulla da pignorare inutile adire le vie legali.
“Salve, ho un serio problema con mio cugino. Per colpa del rapporto che anni fa avevamo con le nostre reciproche famiglie, gli ho prestato 20.000 euro. Doveva avviare una attività che poi non è mai partita. Avevamo pattuito che me li doveva restituire tutti insieme a dicembre 2023, ma adesso abbiamo litigato e mi sta negando il credito. Mi ha detto che posso sbattere la testa al muro che è nullatenente. Io so che ha dei beni intestati, o almeno so che li aveva. Se li dona ai suoi figli io che posso fare?
Nullatenente? Ecco come recuperare i soldi da chi non ha nulla e perché le soluzioni esistono
Il nullatenente come definizione è la persona che non ha soldi sul conto corrente, non ha pensione o lavoro e non ha nemmeno dei beni di proprietà. In queste condizioni una persona può prendere multe, non pagare le tasse e non restituire mutui, prestiti da finanziarie e prestiti da privati perché nessuno potrà mai riuscire a recuperare il credito da lui. Non avendo nulla, nessuno potrà pignorare nulla.
Per i creditori privati, come lo è il nostro lettore, non resta che avere pazienza ed aspettare che il debitore “sbagli” trovando lavoro, ottenendo una busta paga o intestando qualcosa a suo nome.
Oppure bisognerà attendere la morte del debitore, così che il credito vantato passi a carico degli eredi, sperando che non siano a loro volta dei nullatenenti. Perché anche in quel caso il pignoramento immobiliare, mobiliare o presso terzi nel caso di pensioni, conti correnti o stipendio, non ha modo di essere utilizzato.
Recuperare i crediti vantati tramite i figli del nullatenente, ecco come funzionano le normative
Non si possono attaccare beni inesistenti e pertanto il nullatenente è al riparo da pignoramenti e procedure esecutive. E non si possono richiedere i crediti ai figli o al coniuge del debitore essendo di fatto soggetti estranei al debito. Almeno fino a quando il debitore è vivo e vegeto. Qualcosa però si può fare se il nullatenente è diventato tale con dolo, cioè rendendosi tale di proposito solo per sfuggire ai creditori. Esiste la cosiddetta azione revocatoria che consente al creditore di impugnare l’atto con cui il debitore ha ridotto il suo patrimonio impoverendolo, fino ad azzerarlo del tutto.
Azione revocatoria contro il nullatenente furbo
L’azione revocatoria altro non è che una azione che viene utilizzata per annullare gli atti con cui un soggetto nasconde patrimoni e soldi. Intestandoli ad altre persone in modo tale da rendersi come dicevamo, un nullatenente. Non è facile però adottare questo genere di azione. Anche in questo caso la legge è assai complicata. Serve infatti che ci sia la manifesta consapevolezza di ledere il diritto a recuperare i soldi da parte del debitore.
L’azione revocatoria può riguardare una vendita piuttosto che una donazione. In pratica, l’azione può essere fatta nei confronti di un atto che consapevolmente il debitore usa per impoverirsi di fronte a possibili azioni esecutive indette dai suoi creditori.
Donazioni e atti di vendita, cambia tutto
In caso di compravendita però la situazione cambia. Infatti serve che anche chi ha comprato un bene dal debitore, sia consapevole che questo atto è nato dalla volontà del venditore di diventare nullatenente.