Nuova riforma dell’IRPEF, ecco perché per molti non cambia nulla su stipendi e pensioni

Una nuova riforma dell’IRPEF per il ceto medio, per molti nulla cambia su stipendi e pensioni a meno che non si ritoccherà pure la no tax area.
1 mese fa
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Una nuova riforma dell’IRPEF per il ceto medio, per molti nulla cambia su stipendi e pensioni a meno che non si ritocchi pure la no tax area.
Foto © Pixabay

Per i contribuenti italiani sono in arrivo nuove modifiche. Ancora una volta, una delle imposte più rilevanti in Italia, che grava su chi produce redditi da lavoro e altre fonti, subisce un cambiamento da parte del governo. Stiamo parlando dell’IRPEF. Le iniziative legislative per quella che viene definita “riforma dell’IRPEF” continuano.

Cosa succede quindi all’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche? Dopo le modifiche del 2024, ecco un nuovo intervento che, passo dopo passo, sta trasformando l’imposizione fiscale sui redditi.

Vediamo cosa cambia ora e perché, per moltissimi contribuenti, nulla sembra mutare, a meno che non venga varata una nuova misura, molto più complessa: l’ampliamento della no tax area.

“Buongiorno, sono un lavoratore dipendente, vivo in una casa in affitto con mia moglie, che è casalinga, e due figli piccoli. Ho uno stipendio di 1.400 euro al mese. Lo scorso anno ho ricevuto un piccolo aumento in busta paga grazie alle modifiche dell’IRPEF, recuperando circa 5 euro al mese, forse anche meno. Adesso ci saranno nuove modifiche, ma da quanto ho capito interesseranno solo chi ha stipendi più alti. Mi chiedo: come mai per noi che abbiamo stipendi più bassi, e credo siamo la maggioranza, non è previsto alcun aiuto?”

Nuova riforma dell’IRPEF: perché per molti non cambia nulla su stipendi e pensioni

Il nostro lettore ha perfettamente ragione nel sostenere che le modifiche all’IRPEF guardano principalmente al ceto medio, tralasciando chi percepisce stipendi più bassi. E non si tratta solo delle modifiche previste ora, ma anche di quelle introdotte lo scorso anno, che seguivano la stessa logica. Il governo, infatti, non ha mai nascosto che l’obiettivo delle modifiche all’IRPEF fosse il ceto medio, ossia chi ha redditi superiori ai 28.000 euro annui.

Per il secondo anno consecutivo, l’attenzione è rivolta a questa fascia di contribuenti, che beneficerà di vantaggi concreti.

Se la riforma verrà confermata (e sembra che vi siano pochi dubbi in merito), per il 2025 il beneficio sarà ancora maggiore rispetto al 2024.

Il passaggio da 4 a 3 scaglioni: chi ha guadagnato dalla prima fase della riforma IRPEF

Il 2023 è stato l’anno del passaggio da 4 a 3 scaglioni IRPEF, segnando il primo passo della riforma di questa imposta, su cui il governo sta lavorando da tempo. L’IRPEF è un’imposta progressiva che grava sui redditi: al crescere del reddito aumenta anche l’imposta, ma solo per la parte di reddito che rientra nello scaglione successivo.

Fino al 2023, gli scaglioni erano 4, con l’aliquota più bassa applicata ai redditi fino a 15.000 euro. Per questa fascia di reddito non è cambiato nulla lo scorso anno e, stando alle ultime novità, non ci saranno cambiamenti nemmeno ora. Nel 2023, gli scaglioni erano così suddivisi:

  • Fino a 15.000 euro: aliquota IRPEF al 23%;
  • Da 15.000 euro a 28.000 euro: aliquota IRPEF al 25%;
  • Da 28.000 euro a 50.000 euro: aliquota IRPEF al 35%;
  • Oltre 50.000 euro: aliquota IRPEF al 43%.

Nel 2024, fino a 260 euro in più per i redditi a partire da 28.000 euro

La novità del 2024 è stata l’unificazione dei primi due scaglioni, applicando l’aliquota più bassa. Ciò ha comportato un risparmio per i redditi superiori ai 15.000 euro, con un beneficio maggiore per quelli vicini ai 28.000 euro.

Il nostro lettore ha recuperato qualcosa grazie all’applicazione dell’aliquota più bassa sulla parte del reddito superiore ai 15.000 euro, ma si tratta di un vantaggio modesto. I contribuenti con redditi da 28.000 euro in su hanno invece beneficiato di un aumento fino a 260 euro l’anno. Nel 2024, i tre scaglioni IRPEF introdotti sono stati i seguenti:

  • Fino a 28.000 euro: aliquota IRPEF al 23%;
  • Da 28.000 euro a 50.000 euro: aliquota IRPEF al 35%;
  • Oltre 50.000 euro: aliquota IRPEF al 43%.

La nuova riforma IRPEF nella prossima legge di Bilancio

Tornando alle novità attuali, il nuovo intervento riguarda l’aliquota del secondo scaglione, che viene modificato anche nelle soglie di reddito.

Infatti, aumenta il numero di contribuenti che rientrano in questo scaglione e si riduce di due punti percentuali l’aliquota applicata. Questo rappresenta un vantaggio significativo per chi ha redditi annui vicini ai 60.000 euro.

Nello specifico, il nuovo quadro delle aliquote Irpef sarebbe:

  • Fino a 28.000 euro: aliquota IRPEF al 23%;
  • Da 28.000 euro a 60.000 euro: aliquota IRPEF al 33%;
  • Oltre 60.000 euro: aliquota IRPEF al 43%.

Come si può notare, per i redditi sotto i 15.000 euro non cambia nulla, e anche per i redditi fino a 28.000 euro, dopo il vantaggio ottenuto lo scorso anno, non ci saranno ulteriori benefici. Se il quadro della riforma dell’IRPEF sarà confermato, la situazione sarà quella appena descritta.

Nonostante le differenze tra i partiti della maggioranza del governo su altri temi, sulla riforma dell’IRPEF sembra esserci una sintesi già trovata. Tuttavia, per i redditi più bassi, qualcuno propone un allargamento della no tax area oltre i 12.000 euro, un provvedimento che potrebbe realmente aiutare chi ha stipendi più bassi.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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