Nuova rottamazione cartelle, scadenza il 20 settembre ma se non paghi, ecco il piano alternativo

Slittata la quinta rata della rottamazione delle cartelle, ma per chi non pagherà nemmeno entro il 20 settembre cosa accade?
4 mesi fa
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cartelle
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Non c’è pace per le cartelle esattoriali e per la rottamazione delle cartelle esattoriali. Parliamo della rottamazione quater, che già lo scorso anno, quando i contribuenti erano chiamati a presentare domanda, è stata più volte variata e modificata. Tra cambi di scadenza, riaperture dei termini e continue novità, capire cosa fare diventa sempre più complicato. Soprattutto alla luce della paura che i contribuenti hanno nell’eventualità di non riuscire a pagare le rate, è importante capire che a tutto c’è rimedio. Anche alla decadenza dalla rottamazione delle cartelle esattoriali.

“Salve, volevo chiederle delle spiegazioni in merito alla rottamazione delle cartelle. Ho pagato già 4 rate e volevo capire, dato che ho delle difficoltà, se è confermato il posticipo della quinta rata a settembre. E, se sì, quando effettivamente scade. Inoltre, non essendo certa di riuscire a risolvere i miei problemi economici già per settembre, volevo capire se ci sono delle vie alternative, cioè se non pago posso sfruttare altre vie agevolate o finisco nei guai?”

Nuova rottamazione cartelle, scadenza il 20 settembre ma se non paghi, ecco il piano alternativo

Le prime due rate della definizione agevolata delle cartelle esattoriali, quelle a copertura del 20% totale del debito, sono scadute il 31 ottobre 2023 e il 30 novembre 2023. Tuttavia, queste scadenze sono state oggetto di una salvaguardia per chi non era riuscito a rispettarle oltre i 5 giorni di tolleranza previsti per tutte le rate. Infatti, a dicembre sono stati riaperti i termini per pagare e, quindi, per rientrare nei benefici della rottamazione delle cartelle, che si perdono in caso di decadenza, al saltare anche un solo pagamento.

Dopo che nel 2023 le domande per la definizione agevolata sono slittate diverse volte fino ad arrivare alla scadenza del 30 giugno 2023, anche le rate hanno continuato ad essere modificate dal punto di vista delle scadenze. Il tutto per venire incontro ai contribuenti che non riescono a trovare i soldi per pagarle, ma anche per venire incontro allo Stato, che dalla sanatoria cerca di incassare il più possibile.

Queste sono le motivazioni di questo continuo cambio di scadenze.

Dopo le rate di febbraio e maggio 2024, per la quinta rata, che scadeva il 31 luglio (o meglio, il 5 agosto grazie ai 5 giorni di tolleranza), c’è stata una conferma per il posticipo al 20 settembre. Più tempo per pagare la quinta rata e maggiore tempo per evitare, in caso di mancato pagamento, la decadenza dal beneficio. È anche possibile che ci sia un’ulteriore riapertura dei termini, di cui si parla già per quanti hanno saltato le prime due rate del 2024.

Slitta la quinta rata della rottamazione delle cartelle

Alla nostra lettrice, quindi, confermiamo che il saldo della quinta rata della rottamazione quater deve essere pagato entro il 20 settembre 2024. A dire il vero, il 15 settembre è la scadenza, mentre il 20 settembre è la data ultima con tolleranza di 5 giorni. In questo modo, evita, dopo aver versato 4 rate, di perdere lo sconto su sanzioni, aggi e interessi, che la rottamazione le ha concesso.

Infatti, saltando una rata, si decade dal beneficio. Le prime rate pagate saranno considerate come acconti sugli importi complessivi dovuti. Le cartelle torneranno nella loro interezza a essere pretese dall’Agenzia delle Entrate Riscossione (compresi interessi, aggi e sanzioni precedentemente eliminati), con tanto di azioni esecutive come pignoramenti di conti correnti, pensioni o stipendi, o i fermi amministrativi di auto e veicoli in genere.

Tuttavia, per chi non riesce a pagare le rate, ci sono sempre soluzioni alternative, come la rateizzazione ordinaria.

Dalla rottamazione alle rate ordinarie, ecco l’alternativa utilizzabile

Nulla vieta infatti a chi è decaduto dalla rottamazione quater, o a chi decadrà saltando i prossimi appuntamenti in cassa, di chiedere all’Agenzia delle Entrate Riscossione il rientro rateale ordinario.

In questo modo è possibile spalmare fino a 72 rate i debiti. Si tratta di rate mensili e non trimestrali come invece prevede la rottamazione.

Certo, il debito totale sarà più alto, perché non ci sono gli sconti su aggi, interessi e sanzioni come prima descritto. Ma la rata sarà sicuramente meno onerosa rispetto a quelle che molti contribuenti sono chiamati a pagare aderendo alla definizione agevolata quater. Poiché la rottamazione delle cartelle ha previsto 18 rate come numero massimo concedibile, chi ha debiti elevati si trova a dover fare i conti con rate non certo basse.

Inoltre, con la rottamazione delle cartelle i contribuenti hanno potuto definire tutti i ruoli dal primo gennaio 2000 al 30 giugno 2022. Per gli altri debiti, finiti all’incasso dell’Agenzia delle Entrate Riscossione dal primo luglio 2022 ad oggi, la rottamazione non vale. Si tratta di ulteriori debiti oltre a quelli rottamati e da pagare.

Con la rateazione ordinaria, anche queste cartelle escluse dalla rottamazione possono essere inserite, favorendo la pulizia completa della situazione debitoria di un contribuente e non lasciando altri debiti nonostante il corretto pagamento della rottamazione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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