Si riaprono le porte della rottamazione delle cartelle per tutti i contribuenti che per un qualsiasi motivo hanno saltato le prime rate del piano di rientro previsto. Il decreto Milleproroghe del governo Meloni infatti ha prodotto questa grande novità che si affianca a quanto fatto già a dicembre dell’anno scorso. Quando di nuovo, l’esecutivo Meloni aprì le porte della sanatoria.
In pratica sono già due interventi in salvaguardia che sono stati introdotti nonostante le rate della rottamazione delle cartelle, o almeno le prime due rate, siano già scadute.
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La domanda giunta in redazione
“Buonasera, sono un contribuente che ha deciso di aderire alla rottamazione delle cartelle. Purtroppo ho avuto una vita lavorativa abbastanza altalenante a tal punto che ho maturato debiti di varia natura con le pubbliche amministrazioni. Ho accumulato numerose cartelle che hanno portato nel tempo, il mio debito totale a oltre 40.000 euro. Quando ho aderito alla rottamazione ho trovato conveniente farlo anche perché al netto delle sanzioni e degli interessi che la sanatoria tagliava, ho ottenuto 18 rate fino al 2027 per un debito complessivo sceso a poco più di 25.000 euro.
Adesso mi trovo in una situazione per così dire al limite. Infatti ho saltato già le prime rate della sanatoria, quelle che scadevano a ottobre e a novembre. Perché erano troppo elevate da pagare è troppo ravvicinate nel tempo. Ho saltato per gli stessi motivi, anche la riattivazione della rottamazione di dicembre. Adesso danno un’altra proroga a marzo ma aggiungendo anche la rata di febbraio che il 29 scadrà. Mi spiegate a cosa serve riattivare i termini? Non era meglio spostare le scadenze dando più tempo ai contribuenti?”
Nuova rottamazione delle cartelle, di cosa si tratta e perché viene criticata
La rottamazione delle cartelle esattoriali è un provvedimento che ha interessato moltissimi contribuenti.
- riduzione del debito da pagare, con azzeramento delle sanzioni, degli interessi per ritardata iscrizione a ruolo e degli aggi;
- Piano di dilazione a scadenze prefissate dal 2023 al 2027.
Le rate della rottamazione sono state richieste dai diretti interessati e fino al massimo di 18 rate. Le prime due in scadenza nel 2023 e precisamente il 31 ottobre 2023 e il 30 novembre 2023. Le altre 16 in scadenza ogni 28 febbraio, ogni 31 maggio, ogni 31 luglio e ogni 30 novembre del 2024, 2025, 2026 e 2027. Un piano di dilazione con le prime due rate che dovevano essere pari al 10% a testa dell’intero debito. Le altre 16 invece, ognuna pari al 5% del debito.
Perché la rottamazione delle cartelle è stata un flop?
Le problematiche della rottamazione cartelle sono state subito evidenti. 18 rate possono sembrare tante, ma non lo sono. Soprattutto per chi ha debiti di importo elevato. Inoltre, le prime due rate in scadenza a distanza di soli 30 giorni l’una dall’altra, hanno fatto da freno alla voglia di pagare dei contribuenti. Troppo ravvicinate. E soprattutto, sempre per contribuenti con debiti elevati, troppo esose. Anche perché sommate le prime due rate di fine ottobre e fine novembre, dovevano coprire il 20% del debito completo.
Molti contribuenti hanno fatto i loro conteggi e probabilmente hanno deciso di lasciare stare. In pratica, hanno fatto solo domanda e poi basta.
Ecco le difficoltà dei contribuenti di fronte a una sanatoria probabilmente sbagliata
Per contribuenti in condizioni economiche precarie e certificate, la rateizzazione ordinaria può arrivare fino a 120 rate mensili. Significa spalmare un debito fino al 2034 se si inizia oggi. E pare che nella riforma del Fisco il governo voglia mettere in piedi un provvedimento che estenda questa possibilità di rateizzare fino a 10 anni praticamente a tutti i contribuenti. In questo modo le rate sarebbero di importo più basso, anche se mensili. E ci sarebbe più tempo per mettersi in regola.
Vantaggi evidenti quindi, che rendono poco favorevole la rottamazione. Ipotizzare che anche la proroga di marzo, concessa a quanti ormai sono decaduti avendo saltato le prime due rate della sanatoria, rischia di servire a poco.
Posticipare le rate scadute alla fine del piano di rateizzazione?
La rottamazione delle cartelle prevedeva la decadenza dai benefici al saltare anche di una sola rata. Dare la possibilità di tornare a godere della rottamazione, ma imponendo l’obbligo di pagare le prime due rate ed in più la terza, che nel frattempo scade il 29 febbraio, sembra una cosa esagerata per spingere chi non ha potuto adempiere nel 2023, a farlo adesso.
Forse ha ragione il nostro lettore. Magari potevano pensare di posticipare al 2028 le prime due rate già scadute, riattivando lo stesso la rottamazione per chi versa almeno quella del 29 febbraio. In questo caso poteva essere considerata una vera mano di aiuto verso gli indebitati.