La scorsa settimana, la Grecia ha comunicato l’intenzione di raccogliere altri 500 milioni di euro attraverso l’emissione di una nuova tranche del bond a 10 anni con scadenza 18 luglio 2032 (ISIN: GR0124038721). L’obbligazione offre cedola lorda fissa dell’1,75%. L’obiettivo consiste nell’aumentare le disponibilità liquide, sebbene Atene non abbia alcun bisogno in questa fase di nuova cassa per pagare le scadenze e finanziare il suo disavanzo fiscale. Essa dispone, infatti, di una trentina di miliardi di euro, denaro capace di soddisfare il fabbisogno finanziario ellenico da qui a un paio di anni.
Condizioni del bond Grecia a 10 anni
Tuttavia, la riapertura del bond a 10 anni si pone come obiettivo di tenere elevata la liquidità disponibile per segnalare ai mercati il basso rischio di credito nel medio termine. La cedola non si mostra allettante in una situazione come quella attuale. Pensate che l’obbligazione di cui vi stiamo dando conto offriva prima dell’emissione di ieri un rendimento lordo del 3,66%. In effetti, la quotazione si attestava sul mercato secondario a poco più di 85,30 centesimi.
A conti fatti, alla scadenza il bond a 10 anni della Grecia ci offrirebbe una plusvalenza lorda superiore al 17%, pari all’1,61% annualizzata. E la cedola effettiva, cioè rapportata al prezzo dell’investimento, risulterebbe del 2,05%. Considerate che il BTp a 10 anni offriva sempre ieri lo 0,35% in meno. Già, ma questo premio che fa dei rendimenti ellenici i più elevati dell’Eurozona a quale maggiore rischio ci espone?
Come sappiamo, la Grecia subì un quasi default nel 2012, quando fu costretta a rinegoziare il debito sovrano in mano ai creditori privati, tagliandolo del 53,5%. Da allora, tuttavia, acqua sotto i ponti ne è passata parecchio. Il rischio Grexit nei fatti non esisterebbe più, mentre il rapporto debito/PIL è esploso al 200% con la pandemia. D’altra parte, l’80% dello stock è in mano ai creditori pubblici europei.
Rating Grecia a un passo dalla promozione
E’ anche vero che la BCE non può acquistare titoli di stato ellenici con il “quantitative easing” in fase di reinvestimento. Potrà limitarsi a farlo con i riacquisti legati al PEPP. Ma se la Grecia otterrà anche solo un rating “investment grade” (IG) da parte di una delle quattro principali agenzie internazionali (S&P, Fitch, Moody’s e DBRS), Francoforte inserirà i bond della Grecia in portafoglio. Ad aprile, S&P ha promosso il debito ellenico di un gradino a BB+, ponendolo solo un livello sotto l’area IG. Oltretutto, la BCE si è impegnata a contrastare gli spread nell’area con uno “scudo” ancora allo studio. Tutti elementi che ci inducono a un cauto ottimismo sulle esposizioni verso la Grecia, al netto delle tensioni legate alla crisi geopolitica in corso nel cuore dell’Europa.