Banche italiane, l’impatto sui loro bilanci
Prometeia ha fatto subito qualche calcolo, trovando che le banche italiane potrebbero richiedere complessivamente fino a 317 miliardi di euro alla BCE, considerando lo stock dei finanziamenti ad oggi erogati alle imprese e valutati come “eligibili” da Francoforte.
Ciò significa, che potenzialmente potrebbero “ricevere” dall’istituto fino a 1,27 miliardi di euro, nel caso in cui aumentassero il volume degli impieghi del 2,5% indicato. I tassi negativi, infatti, non sarebbero altro che un’inversione dei ruoli tra chi presta e chi prende a prestito il denaro: il primo paga il secondo, affinché riceva la sua liquidità. E’ un mondo all’incontrario, sintomo dello stato di emergenza economica, in cui la BCE ritiene che l’Eurozona versi.
Dalle prime aste Ltro
Per capire come si sia arrivati a questo punto, bisogna andare indietro nel tempo a oltre 4 anni fa. Era il dicembre del 2011 e la BCE teneva a battesimo la sua prima asta Ltro, seguita da una seconda e ultima 2 mesi dopo, erogando complessivamente alle banche dell’Eurozona oltre mille miliardi, di cui 255 a quelle italiane.
Lo scopo era anche allora di sostenere la liquidità degli istituti, attraversati dalla crisi dei debiti sovrani e dal rischio percepito sui mercati di una scomparsa imminente dell’euro. Ma quell’immenso flusso di denaro, prestato a 3 anni e al tasso dell’1% annuo, non si tradusse in un aumento degli impieghi, bensì in un puro abbellimento dei bilanci e nell’acquisto massiccio di titoli di stato, grazie ai quali si tamponò la crisi dello spread e si registrarono anche laute plusvalenze da parte degli istituti.