Economia reale, i potenziali benefici
Per questo, un anno e mezzo fa venne varata la prima asta Tltro, che rispetto alle precedenti legava l’erogazione della liquidità all’aumento dei prestiti alle imprese. Lo scopo dichiarato era di sostenere il credito, vero punto debole dell’incipiente ripresa nell’area. Il tasso a cui la liquidità veniva prestata fu per la prima asta di settembre del 2014 dello 0,15%, ma successivamente fu abbassato a quello di riferimento, ovvero allo 0,05%. Con le misure della scorsa settimana, si è arrivati a un azzeramento come minimo, oltre che a una serie di incentivi per quasi mettere con le spalle al muro le banche, spingendole a prestare denaro alle imprese.
La soluzione trovata avrebbe 2 effetti benefici sui bilanci degli istituti: sterilizzerebbe il costo derivante dai tassi negativi applicati sui loro depositi presso gli sportelli della BCE, evitando un
ulteriore impatto sui margini; ridurrebbe il loro ricorso all’emissione di obbligazioni per ottenere liquidità, preservandole dalla volatilità dei mercati. Quanto all’economia reale, tali aste potranno comportare benefici significativi? In teoria, se realmente le banche aumentassero i prestiti alle imprese, sì. E grazie alla liquidità gratis ottenuta da Francoforte, potrebbero trasferire sui prestiti condizioni molto favorevoli al debitore. Il problema, come evidenziato anche con le precedenti aste degli ultimi 18 mesi, è che “il cavallo non beve”. Le imprese non hanno che investire con un’economia asfittica, dove la domanda interna resta debole e la congiuntura internazionale appare incerta, mentre le stesse banche trovano ancora poco conveniente, specie nel Sud Europa, prestare loro denaro, dati i rischi.