Ormai per l’accesso ai servizi digitali delle Pubbliche Amministrazioni servono le credenziali di accesso. Le principali sono quelle del Sistema Pubblico di Identità Digitale, meglio conosciuto come SPID. Ma le alternative non mancano, perché anche la tessera sanitaria che diventa Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o la Carta di Identità nella sua versione elettronica (CIE), possono servire per questa esigenza. Naturalmente il metodo più diffuso e usato è lo SPID. Anche perché inizialmente l’accesso ai servizi digitali delle PA era possibile solo con lo SPID.
“Buonasera, sono un contribuente che da anni ha usato lo SPID per l’accesso al sito dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate. Adesso che ero curioso di approfondire il campo della mia dichiarazione dei redditi, ho trovato il mio SPID inutilizzabile. Io ricordo una password che il sistema non riconosce. E anche attivando la procedura di cambio password, non mi fa andare avanti. Secondo Poste Italiane, devo provvedere a chiedere la revoca di questo SPID, procedendo dopo qualche giorno, a chiederlo di nuovo. Andare a perdere tempo alle Poste, a prescindere dal fatto che dovrò pagare di nuovo lo SPID, mi dà noia. Come posso fare a ovviare?”
SPID, ottimo strumento, ma di difficile utilizzo per molti
Le problematiche di natura tecnica non potevano certo non toccare anche uno strumento talmente innovativo e tecnologico come lo SPID. Uno strumento non certo di semplice utilizzo, soprattutto per i contribuenti poco avvezzi alla tecnologia. Basti pensare che richiedere le credenziali e ottenerle è la cosa più semplice.
Codici OTP, password (da cambiare a periodi prefissati) e QR Code, non certo cose semplici per chi non è al passo con la tecnologia. E tutte queste problematiche non di rado portano a problematiche di natura tecnica che di fatto rendono lo SPID inutilizzabile. Fino a quando si arriva alla definitiva impossibilità a usarlo, a tal punto che va revocato e cambiato. Perché chi ha ottenuto lo SPID non può averne un secondo essendo unico per ciascun contribuente.
Non serve più un moderno lettore di smart card o uno smartphone di ultima generazione per la CIE
Il nostro lettore non ha possibilità alcuna di ovviare a questa problematica. O segue alla lettera le istruzioni, revocando il precedente SPID e attivandone uno nuovo, oppure deve optare per altro. E in questo caso la CIE, ovvero la Carta di Identità Elettronica può essere molto utile. Soprattutto oggi che sulla CIE sono state attivate nuove funzioni che prima erano esclusiva dello SPID. Tra l’altro si parla con insistenza di eliminare lo SPID rendendo la carta di identità lo strumento universale di accesso ai servizi digitali delle Pubbliche Amministrazioni. A questa soluzione però si può arrivare solo rendendo la CIE più ricca di servizi ma soprattutto più semplice da usare. Perché anche la CIE come chiave digitale ha diverse problematiche.
La CIE fino a ora ha funzionato fisicamente, perché ogni volta che il contribuente la usava come chiave digitale per l’accesso ai servizi pubblici, doveva farla leggere allo smartphone. E solo smartphone di ultima generazione potevano tornare utili a questa eventualità. Smartphone dotato di tecnologia NFC.
Cosa cambia adesso per la CIE come chiave digitale
Qualcosa però adesso è cambiata. Infatti per la CIE sono stati stabiliti 3 livelli di sicurezza, e solo per il terzo che è il più alto, serve far leggere la CIE al PC o allo smartphone. Per gli altri livelli basteranno nome utente e password. Certo, ci saranno cose che solo con il terzo livello di sicurezza potranno essere fatte, ma la semplificazione è evidente per consentire alla CIE di diventare valida alternativa allo SPID. O addirittura di arrivare un giorno, a sostituire il Sistema Pubblico di Identità Digitale.