Nuove obbligazioni ENI: rendimento, scadenza e caratteristiche

In attesa dei conti trimestrali, il Cane a Sei Zampe ha raccolto con successo 1,1 miliardi di euro di mezzi freschi sul mercato. Per gli analisti, i bond ENI sono ancora a buon mercato
11 anni fa
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ENI emette nuovi bond alla vigilia dei risultati trimestrali. In un contesto non proprio ottimale a causa dei recenti storni dei mercati e del calo del prezzo del petrolio, il cane a sei zampe ha collocato con successo due nuove obbligazioni Eni in euro a lunga scadenza. Sono stati prezzati rispettivamente a 99,957 e 103,779 le obbligazioni a 8 e 12 anni (quest’ultima è una riapertura), che hanno permesso al gruppo petrolifero di raccogliere complessivamente 1,1 miliardi per i propri fabbisogni ordinari. 800 milioni sono stati piazzati sul bond Eni scadenza 2021 con cedola 2,5% e 300 milioni sul bond Eni scadenza 2025 con cedola 3,75% (Isin XS0970852348).

Il rendimento offerto dal bond novembre 2021, cedola 2,5%, è pari al 2,631%, con uno spread a 95 punti base sul mid-swap, da una prima indicazione a 100 punti. Il rendimento offerto riapertura del bond settembre 2025, già emesso per 900 milioni, è del 3,356%, per uno spread di 115 punti base sul mid-swap da una prima indicazione a 120. Le nuove emissioni sono state sottoscritte per la maggior parte da investitori internazionali (taglio minimo 100.000 euro), soprattutto francesi e tedeschi, mentre gli italiani si sono aggiudicati il 15-20%. Le banche coinvolte nell’operazione di collocamento sono state: Barclays, Goldman Sachs, Mediobanca, Morgan Stanley, Société Générale e Unicredit.

 

I bond ENI sono a sconto rispetto alla concorrenza

 

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Dopo il taglio del costo del denaro da parte della BCE e l’abbassamento dei rendimenti dei titoli di stato italiani nelle ultime aste, è tornato vivo l’interesse degli investitori anche per le società corporate italiane di rango internazionale. ENI – osserva un dealer – è infatti una delle più interessanti e ricercate dai fondi d’investimento e, in un contesto in cui l’Italia rimane penalizzata rispetto ad altri stati europei, il cane a sei zampe è in grado di offrire qualcosa in più a parità di rischio. Eni gode infatti di un rating di fascia alta (A3 per Moody’s e A per S&P, superiore a quello sovrano italiano) ma proprio per il fatto di essere un emittente italiano è costretta a pagare un premio extra agli investitori.

La francese Total (rating Aa1 per Moody’s e AA- per S&P), ad esempio,  ha appena collocato un bond in due tranche, sulle medesime scadenze 8 e 12 anni, pagando rispettivamente 47 e 65 punti base su midswap. Così, per i grandi investitori, le emissioni di ENI si sono rilevate più proficue, tanto che il book si è chiuso quasi subito con ordini per 2,5 miliardi di euro. A sostenerlo sono anche gli analisti di BofA Merrill Lynch, che ha confermato il proprio “buy” (acquistare) sul titolo azionario, nonostante la conferma del nuovo stop alle forniture di gas dalla Libia verso l’Italia, attraverso il gasdotto Greenstream.

 

APPROFONDISCI –  A rischio le forniture di gas per l’Italia?

 

Secondo gli esperti americani,  la recente joint venture stipulata tra l’azienda petrolifera malese Petronas e Versalis (controllata di Eni leader mondiale nel settore degli elastomeri) porterà ulteriori benefici ai conti del gruppo ENI in futuro. L’accordo con i malesi è finalizzato alla produzione, vendita e commercializzazione di elastomeri presso la raffineria e il centro integrato di sviluppo di Petronas a Pengerang, Johor, in Malesia. [fumettoforumleft]La Petronas Refinery and Petrochemical Corporation (PRPC), la societa’ di Petronas responsabile dell’esecuzione del progetto Rapid, partecipera’ alla joint venture con una quota del 60%, mentre Versalis ne deterrà il restante 40%.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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