Richieste da tutto il mondo per il nuovo bond della compagnia assicurativa triestina che torna con successo sul mercato dei capitali con una emissione subordinata Lower Tier II
Il Leone torna a ruggire sul mercato obbligazionario. Approfittando del momento favorevole, Generali ha completato il collocamento presso investitori istituzionali di un prestito obbligazionario a 30 anni per un importo complessivo di 1,25 miliardi, che ha ricevuto una domanda per oltre 9 miliardi di euro, più di 7 volte superiore al target di emissione. L’emissione – si legge in una nota diffusa dalla società – e’ stata accolta con eccezionale favore, raccogliendo un forte interesse da parte di circa 550 investitori istituzionali da oltre 30 Paesi. In particolare, gli investitori esteri hanno rappresentato circa l’86% della domanda, a conferma del credito di cui gode il Gruppo Generali sui mercati internazionali.
Più del 32% della domanda è giunta da parte di grandi investitori anglosassoni, circa il 10% da parte di società tedesche e si è registrato anche un significativo interesse da parte di investitori asiatici (11%). L’ammontare estremamente elevato di domanda e la qualità degli investitori coinvolti – prosegue la nota – testimoniano l’ottimo successo dell’operazione anche in un contesto favorevole di mercato, in particolar modo per il comparto degli strumenti subordinati. La forte domanda verso le obbligazioni corporate italiane – commenta un operatore – è dovuta essenzialmente, più che alla qualità dell’emittente, alla ricerca spasmodica di rendimenti in grado di battere l’inflazione in un contesto di tassi negativi offerti dai titoli di stato. “Gli investitori hanno aperto una nuova finestra di investimento, quella sugli asset ‘tripla-B'” dice uno stratgist del mercato dei capitali. “Hanno realizzato che, con i progressi ottenuto in Grecia e in Spagna, non ha più senso detenere asset con rendimenti inesistenti ed è arrivato il momento di spostarsi su posizioni relativamente più rischiose”
Obbligazioni Generali 7.75% 2042 in dettaglio
Il titolo (subordinato Tier 2), collocato da un pool di banche alla cui guida dell’operazione c’erano Credit Agricole, Mediobanca, Morgan Stanley, Nomura, UBS e UniCredit, è stato prezzato a 100 e offre una cedola annuale lorda del 7,75% fino al 2042 con opzione call a 100 nel 2022 (Isin XS0863907522).
Il taglio minimo di negoziazione è di 100.000 euro con multipli aggiuntivi di 1.000, sarà quotato presso la borsa del Lussemburgo e trattato anche sul mercato OTC (over the counter). Generali ha rating ‘A1’ da Moody’s, ‘A’ da S&P’s e ‘BBB+ da Fitch, ma il bond, in quanto subordinato, ha un rating inferiore ed è atteso rispettivamente a ‘Baa3’, ‘BBB+’, ‘BBB-‘ . Dal punto di vista economico, Generali sta ritrovando il suo appeal a livello internazionale dopo l’approvazione del piano industriale che prevede, fra le altre cose, cessioni di asset non core, della strategia su Ppf e delle possibili acquisizioni nei mercati emergenti. Una visione, già scontata dal mercato e ampiamente nei prezzi delle obbligazioni Generali, soprattutto in quello del bond trentennale subordinato da 750 milioni e 10,125% di cedola (XS0802638642) lanciato lo scorso mese di luglio che prezza oggi 118 (+18%). Gli analisti di JP Morgan ritengono, adesso, che per avere ulteriori performance positive, sarebbe necessaria per Generali una maggiore chiarezza sull’outlook della sua posizione patrimoniale, sulla futura allocazione del capitale e su un miglioramento sostenibile degli utili e quindi dei dividendi da pagare agli azionisti. La banca americana ritiene in ogni caso che il modello di business di Generali sia interessante, decidendo così di migliorare le stime sull’eps dei prossimi due anni. Gli analisti si aspettano che il risultato operativo di Generali possa raggiungere a fine anno la parte alta della guidance compresa tra 4 e 4,5 miliardi di euro.