Nei giorni scorsi, Goldman Sachs ha emesso obbligazioni per un controvalore di 80 milioni di euro.
I titoli sono denominati in Euro e hanno scadenza 29 luglio 2023 (ISIN: XS2093941545), per cui presentano una durata di 3 anni.
Offrono una cedola fissa lorda annuale dell’1%, pari allo 0,74% netto. La prima verrà corrisposta in data 29 luglio 2021.
Rimborso in euro o dollari, a seconda del cambio
Questo bond presenta caratteristiche particolari, in quanto verrà rimborsato in euro alla scadenza se il tasso di cambio risulterà inferiore a 1,20 alla data di valutazione del 24 luglio 2023.
Oggi, ad esempio, il cambio si attesta in area 1,18, dunque sotto la soglia oltre la quale scatterebbe il rimborso in dollari.
Rischio di credito molto basso
Per il resto, il rischio di credito si mostra molto basso, dato che la banca gode di rating elevati: “A3” per Moody’s, “BBB+” per S&P e “A” per Fitch. Le obbligazioni sono negoziate sul Mercato Obbligazionario Telematico di Borsa Italiana, dove nella seduta odierna possono essere acquistate a un prezzo di circa 99 centesimi, sotto la pari, nonché al prezzo di emissione.
Ai prezzi odierni l’investimento frutta un buon 1,33%
Dai primissimi giorni di negoziazione è possibile rilevare un andamento del titolo correlato inversamente a quello del cambio euro-dollaro. In effetti, man mano che l’euro si rafforza contro la divisa americana il rischio per l’obbligazionista sale e, pertanto, la quotazione tenderebbe a diminuire. Ai prezzi odierni, il rendimento alla scadenza del bond risulta di quasi l’1,33%. Non male per un investimento a 3 anni, se pensiamo che il BTp di pari durata offra ormai meno dello 0,10%.
Meccanismo di rimborso
Per capire un po’ il meccanismo di rimborso, vi riportiamo un paio di esempi forniti dalla stessa Goldman Sachs. Se alla data di valutazione, il cambio euro-dollaro fosse di 1,25, l’obbligazione verrebbe rimborsata per 960 euro. Infatti, i 1.200 dollari pagati dall’emittente equivarrebbero a tale valore, infliggendo all’obbligazionista una perdita del 4%, cioè di 40 euro per ogni 1.000 euro di capitale nominale. Se il cambio risultasse salito a 1,30, il rimborso avverrebbe ancora un volta in dollari e il controvalore in euro sarebbe di 923,08 euro, pari a una perdita di 76,92 euro per ogni titolo o del 7,69%.
Infine, rivendere il titolo potrebbe necessitare di un pò di pazienza, a causa degli scambi rarefatti, per cui le quotazioni arriverebbero a mostrare variazioni anche ampie per permettere l’incontro tra domanda e offerta.