Monte Paschi di Siena (MPS) ha collocato ieri sul mercato un bond del tipo Tier 2 per 300 milioni di euro, più dei 250 milioni inizialmente fissati, grazie all’ottimo riscontro trovato tra gli investitori istituzionali ai quali l’emissione è stata riservata. Questi hanno partecipato all’operazione in oltre 120 e per ordini totali superiori a 1 miliardo. Grazie all’abbondante domanda, il rendimento esitato è stato abbassato dal 9% della “guidance” all’8,5%.
L’emissione di ieri era una delle condizioni poste dalla BCE per dare il via libera alla cessione di 8,1 miliardi di euro di crediti deteriorati ad Amco, partecipata dal Tesoro.
L’emissione del bond subordinato di MPS è stata davvero un successo?
Bond subordinato rischioso
La tipologia delle obbligazioni è piuttosto rischiosa, in quanto l’emittente può decidere di sospendere i pagamenti delle cedole nei casi di grave rischio di insolvenza. Il titolo in questione è un decennale e nello specifico MPS ha previsto una clausola di rimborso anticipato dopo 5 anni dalla data di emissione. Questo significa che dal 2025 potrà rimborsare il suddetto bond, altrimenti non solo sarà tenuta a pagare una cedola più sostanziosa agli obbligazionisti, ma il debito perderà la qualità di capitale di vigilanza.
MPS è ancora in mano al Tesoro per il 68% del capitale, ma la Commissione UE ha imposto a Roma di privatizzare la banca entro la fine dell’anno prossimo. Anzi, il ritorno in mani private sarebbe dovuto arrivare entro già la fine dello scorso anno, ma il governo italiano ha chiesto e ottenuto un rinvio di due anni. La maxi-cessione degli NPL ad Amco si configura, in un certo senso, come un soccorso statale a Siena, se è vero che trattasi di una società con capitale pubblico e che verosimilmente pagherà i crediti a prezzi superiori a quelli che sborserebbe il mercato.
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Ad ogni modo, i rating legati alle obbligazioni subordinate appena emesse sono molto bassi: “Caa1” per Moody’s, “CCC+” per Fitch e “B(low)” per DBRS. Saranno quotate alla Borsa di Lussemburgo. L’operazione è stata curata da Morgan Stanley in qualità di Sole Active Bookrunner e da Barclays e MPS Capital Services come Other Bookrunners.