E’ arrivata una nuova emissione di obbligazioni Unicredit con cedole variabili (ISIN: IT0005599110). L’annuncio di oggi arricchisce l’offerta di Piazza Gae Aulenti in favore anche del canale retail. Non c’è dubbio, in effetti, che l’operazione sia rivolta ai piccoli investitori italiani, dato che il lotto minimo è stato fissato in appena 1.000 euro e la quotazione del bond avverrà sul Mercato obbligazionario Telematico e Bond-X di Borsa Italiana. L’offerta sarà alla pari da oggi 12 giugno fino al prossimo 28 giugno.
Come funziona la nuova emissione
Le nuove obbligazioni Unicredit hanno cedole variabili corrisposte ogni tre mesi e una durata di dieci anni. La scadenza sarà in data 12 giugno 2034. Il tasso annuo lordo è legato all’andamento dell’Euribor a 3 mesi. Nel dettaglio, è pari al 160% di esso e compreso tra un minimo di 0% (“floor”) e un massimo del 5,45% (“cap”). Il dato è rilevato due giorni lavorativi antecedenti l’inizio di ciascun periodo cedolare. Che cosa significa nel concreto? L’investitore riceverà ogni tre mesi una cedola pari all’Euribor a 3 mesi, moltiplicato per 1,60. Tuttavia, il valore della cedola non potrà risultare inferiore a zero o superiore al 5,45%.
Calcolo prima cedola
L’Euribor a 3 mesi di riferimento per il primo trimestre, che è iniziato formalmente oggi 12 giugno, è quello vigente in data 10 giugno. Era al 3,743%. Moltiplicato per 1,60, esita il 5,99%. Poiché il tasso annuale risulta superiore al 5,45%, l’investitore riceverà proprio quest’ultimo, vale a dire l’1,3625% del capitale nominale (un quarto del 5,45% su base annua).
Il 5,45% implica che l’Euribor a 3 mesi oltre il quale la cedola delle nuove obbligazioni Unicredit cessa di salire è del 3,40%. Attualmente, esso sfiora il 3,75%. Nei prossimi mesi è atteso in calo. Proprio per fine anno i futures scontano tassi al 3,40%. Difficile, comunque, che scendano fino a zero nei prossimi anni.
Cedole obbligazioni Unicredit, gli scenari
Le nuove obbligazioni Unicredit con cedole variabili non ci consentono a priori di stabilire il rendimento medio lordo annuo. Possiamo affermare che il minimo sarà zero e il massimo il 5,45%. Quest’ultimo corrisponde a poco più del 4% netto. Sarebbe un buon investimento, dato che attualmente il BTp a 10 anni offre meno del 3,60% netto. Ma tenete conto che stiamo prefigurando lo scenario migliore possibile e che al momento ci risulta altamente improbabile. In uno scenario intermedio, con rendimento a metà tra minimo e massimo (2,70%), l’investitore percepirebbe non più del 2,40%. Pur sempre sopra il target d’inflazione del 2% e le aspettative d’inflazione per l’Italia a medio-lungo termine. Dal momento in cui il bond sarà quotato, il rendimento dipenderà anche dalla quotazione di mercato.