Nel secondo trimestre del 2024, il panorama delle nuove partite IVA in Italia ha registrato una dinamica interessante, con oltre 121.000 nuove aperture. Segnalando un incremento del 2,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo aumento riflette una crescente vivacità economica e, in particolare, una ripresa nelle aperture di società di capitali, società di persone e altre forme giuridiche. Mentre le persone fisiche, che rappresentano la maggioranza delle nuove partite IVA, mostrano una lieve flessione.
Le nuove aperture partite IVA: chi guida la crescita?
La distribuzione delle nuove partite IVA evidenzia che la maggior parte delle aperture è stata effettuata da persone fisiche, che rappresentano il 67,5% del totale.
Questo dato potrebbe indicare un consolidamento del tessuto imprenditoriale, con un maggiore ricorso a forme giuridiche più strutturate per avviare attività. Un altro segmento in crescita è quello delle società non residenti, con un incremento del 3,9%, probabilmente legato all’espansione delle attività di e-commerce.
Distribuzione geografica delle nuove partite IVA
Dal punto di vista territoriale, la maggior parte delle nuove aperture partite IVA si concentra nelle regioni del Nord Italia, con una quota del 46,5%. Il Centro ha contribuito con il 21,9%, mentre il Sud e le Isole hanno visto il 31,3% delle nuove aperture.
Tra le regioni che hanno mostrato una crescita particolarmente significativa, il Lazio spicca con un incremento dell’11,6%, seguito dal Friuli Venezia-Giulia (+6,5%) e dalla Campania (+6,1%). Al contrario, alcune regioni hanno registrato un calo, come la Valle d’Aosta (-11,3%), le Marche (-8,9%) e il Molise (-8,3%), segnalando possibili difficoltà economiche o cambiamenti nelle dinamiche locali che scoraggiano nuove iniziative imprenditoriali.
Interessante anche il dato che riguarda l’origine dei nuovi imprenditori. Il 21,9% delle nuove aperture è stato effettuato da persone nate all’estero, in linea con il trend del 2023.
I settori produttivi: chi cresce e chi rallenta
Guardando ai settori in cui si sono registrate le nuove aperture, il commercio continua a essere il motore principale, rappresentando il 18,6% del totale.
Le attività professionali, spesso legate a consulenze e servizi specializzati, si piazzano al secondo posto con il 17,1%, seguite dal settore delle costruzioni con il 10,3%. Tra i settori in crescita rispetto all’anno precedente, spiccano i servizi di alloggio e ristorazione (+2%), l’agricoltura (+1,9%) e il commercio (+1,2%), segnalando una ripresa nei consumi e un aumento della domanda di beni e servizi essenziali.
Età e genere: il profilo delle nuove partite IVA
Analizzando le persone fisiche che hanno aperto nuove partite IVA, emerge che il 61% delle aperture è stato effettuato da uomini, confermando una prevalenza maschile nel mondo imprenditoriale. In termini di età, i giovani fino a 35 anni rappresentano il 48% delle nuove aperture, mentre il 30,9% appartiene alla fascia tra i 36 e i 50 anni.
Questi dati indicano una buona presenza di giovani imprenditori, anche se rispetto all’anno precedente, solo la fascia d’età tra 51 e 65 anni ha visto un incremento di nuove aperture (+2,9%), mentre le altre fasce mostrano un lieve calo, con un dato significativo per gli over 65 (-2,6%).
L’importanza del regime forfetario
Un aspetto rilevante riguarda l’adesione al regime forfetario, che continua a rappresentare una scelta significativa per molti nuovi imprenditori. Nel secondo trimestre del 2024, il 46,1% delle nuove partite IVA ha aderito a questo regime. Regime che offre vantaggi fiscali per le piccole imprese e i professionisti.
Tuttavia, rispetto allo stesso periodo del 2023, si osserva un leggero calo dell’1,1%, che potrebbe essere legato a modifiche normative. O a un cambiamento nelle preferenze degli imprenditori verso altri regimi fiscali.
Un regime forfettario che nel 2025 potrebbe aumentare il limite ricavi a 100.000 euro, quale requisiti per accedervi.
Nuove partite IVA: un’economia in trasformazione
Il quadro che emerge dall’analisi delle nuove partite IVA nel secondo trimestre del 2024 è quello di un’economia in trasformazione. Sebbene ci siano alcune regioni e settori in calo, la crescita complessiva del numero di aperture, soprattutto nelle forme giuridiche più strutturate come le società di capitali, suggerisce un rafforzamento del sistema imprenditoriale italiano. Inoltre, l’alta percentuale di giovani tra i nuovi imprenditori rappresenta un segnale positivo per il futuro, poiché indica una crescente fiducia nelle possibilità offerte dall’autoimprenditorialità.
In definitiva, le nuove partite IVA continuano a rappresentare un termometro importante per misurare lo stato di salute dell’economia italiana. Nonostante alcune difficoltà locali e settoriali, l’aumento complessivo delle nuove aperture, soprattutto in settori strategici come il commercio e i servizi professionali, lascia ben sperare per un consolidamento della ripresa economica nel prossimo futuro.
Riassumendo…
- Nel secondo trimestre 2024, oltre 121.000 nuove partite IVA, con un aumento del 2,5%.
- La maggioranza delle nuove aperture riguarda persone fisiche, ma crescono le società di capitali.
- Nord Italia guida le nuove aperture, con Lazio e Campania in forte crescita.
- Settori principali: commercio, attività professionali e costruzioni; aumentano alloggio e ristorazione.
- Il 48% delle nuove partite IVA è stato aperto da giovani fino a 35 anni.
- Il 46,1% dei nuovi imprenditori ha scelto il regime forfetario, leggero calo rispetto al 2023.