Novità in arrivo per i titolati di pensione di cittadinanza. L’indennità erogata dall’Inps ai nuclei familiari in difficoltà il cui titolare ha almeno 67 anni di età e un reddito Isee inferiore a 9.360 euro potrà essere speso liberamente.
La legge di bilancio per il 2021 ha infatti previsto l’introduzione di alcune importanti modifiche al tetto di spesa della pensione di cittadinanza. Non più tetti di spesa, vincoli al prelevamento contanti e altri lacci e laccetti.
La pensione di cittadinanza cambia look
L’importo della pensione di cittadinanza potrà essere disposto liberamente dal titolare che lo potrà utilizzare come meglio crede.
Il titolare potrà così disporre dell’importo sul conto corrente, sul libretto di risparmio o tramite il ritiro in contanti presso gli sportelli delle Poste. Tutti i limiti legati legati all’utilizzo della card per il reddito di cittadinanza cadono.
Come quello sui prelievi in contanti, che non possono superare la soglia dei 100 euro al mese, o sui vincoli di spesa legati all’utilizzo della card fornita da Poste Italiane. Via anche il limite di un solo bonifico al mese per il pagamento dell’affitto o della rata di mutuo.
La data di pagamento
Cambia anche la data di pagamento della pensione di cittadinanza. La ricarica sulla card arriverà intorno al giorno 27 del mese. La disponibilità sarà quindi anticipata di qualche giorno prima dell’accredito della pensione che avviene il 1 giorno bancabile del mese successivo.
Questa e altre novità sulla pensione di cittadinanza entreranno in vigore a febbraio o, al più tardi, a marzo. Nel frattempo le i pensionati dovranno presentare la dichiarazione sostitutiva unica (Dsu) per aggiornare l’Isee. C’è tempo fino al 31 gennaio.
I controlli
Oggi ricevono la pensione di cittadinanza circa 144 mila beneficiari di cui la metà risiede al Sud. Come sempre fra i percettori dell’indennità ci sono anche tanti che non hanno diritto. Per combattere i furbetti, il governo ha messo in campo tutte le misure di controllo, preventive e successive, atte a contrastare l’indebita percezione di denaro e a contrastare gli abusi anche ricorrendo alle sanzioni penali.
Non solo la Guardia di Finanza, l’Agenzia delle Entrate, il Ministero del Lavoro e l’Inps passano quotidianamente al setaccio i nominativi dei potenziali beneficiari, ma anche i Comuni.
Secondo una direttiva della conferenza Stato-Regioni, tutti i Comuni italiani sono chiamati a partecipare ai controlli sulle dichiarazioni Isee dei residenti nella misura minima del 5% dei nuclei familiari che ricevono i sussidi erogati dall’Inps.
Gli esiti delle verifiche sono comunicati all’Inps per via telematica (piattaforma GEPI) insieme ai dati relativi alla residenza (almeno 10 anni in Italia), requisito essenziale per poter beneficiare della pensione di cittadinanza. Sarà quindi l’Inps a segnalare eventualmente all’autorità giudiziaria le irregolarità riscontrate.