Italiani popolo di giocatori. E di disperati. Vuoi per la crisi, vuoi per la spasmodica ricerca della fortuna ad ogni costo, l’Italia è diventato un Paese di giocatori. O forse lo è sempre stato, ma negli ultimi anni la febbre del gioco e delle scommesse ha coinvolto un numero sempre maggiore di persone trasformando ogni bar in un piccolo casinò.
Stando ai numeri, nel 2018 sono stati spesi ben 107,6 miliardi di euro (cifre ufficiali dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli), per la maggior parte in slot machines e lotterie dei quali ne sono tornati indietro sotto forma di premi e vincite 87,9 per un saldo positivo per le concessionarie e le casse dello Stato di 19 miliardi di euro.
300 milioni di prelievo in più su slot e lotterie
E’ così che il Parlamento, per compensare l’abolizione delle tasse sulle auto aziendali e ridurre la plastic tax ha deciso di incrementare i prelievi sui giochi, sicuro che lo Stata farà cassa nel 2020. Con un emendamento delle ultime ore alla manovra di bilancio, sarà quindi introdotto un maggior prelievo sulle vincite da slot e lotterie pari a circa 300 milioni di euro in più a quanto già preventivato a settembre, cioè 800 milioni di euro all’anno. In totale, dunque, il gioco d’azzardo sarà gravato a partire dal 2020 di 1.1 miliardi di euro in più. Il settore del gaming sarà quindi chiamato a contribuire in maniera energica per sopperire ai mancati introiti che il governo a guida PD-M5S aveva preventivato con l’aumento delle tasse sulle auto aziendali.
Premi ridotti per Vlt e giochi
A pagare stavolta, però, non saranno soltanto i gestori e i concessionari, ma anche i giocatori.
Dal 2021 il prelievo aumenterà ancora
Ma non è tutto, perché dal 2021 la pressione fiscale sui giochi aumenterà ancora. Lo Stato – secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore – potrebbe colpire anche le vincite inferiori a 25 euro con un prelievo del 15% lasciando però fuori le vincite da lotterie nazionali e istantanee. Il Preu sulle slot (Awp), rispetto a quanto già fissato dal Dl fiscale e a possibili ritocchi dell’ultimo istante da parte della Ragioneria e dei tecnici del Mef, aumenterà ancora passando dal 23% al 23,90% sino al 31 dicembre 2020 e al 24% a partire dal 1° gennaio 2021. Mentre è rivista al ribasso l’aliquota del Preu sulle Videolottery: con l’emendamento scenderà dal 9% previsto dall’articolo 26 del decreto fiscale all’8,50% sino al 31 dicembre 2020 e all’8,60% a decorrere dal 1° gennaio 2021.