Fumare costerà di più. Dal 2020, come previsto dalla manovra di bilancio, ci saranno nuovi rincari sui tabacchi che colpiranno milioni di fumatori. Il Senato ha licenziato il 16 dicembre scorso l’aumento delle tasse sul tabacco per fare cassa.
Nel mirino del fisco sono finite in particolare i filtri e le cartine da fumo, quelle che si usano per arrotolare il tabacco microtrinciato per i fumatori fai da te. Dal 2020 il prelievo sarà pari a 0,0036 euro per ogni pezzo contenuto nella confezione che corrisponde a 11 centesimi in più per una confezione di 32 cartine.
I rincari del tabacco
Ma a rincarare saranno anche le sigarette tradizionali con aumenti pari a 5 euro al chilo dell’accisa minima sui tabacchi lavorati a cui si aggiunge l’incremento dell’onere fiscale minimo dal 95,22% al 96,22%. La legge di bilancio prevede poi nuove aliquote delle accise per tutte le tipologie di tabacchi lavorati (sigari, sigaretti, sigarette al tabacco trinciato ecc.) nella misura seguente: sigari 23,5%; sigaretti 24%; sigarette 59,8%; tabacco trinciato a taglio fino da usarsi per arrotolare le sigarette 59%; altri tabacchi da fumo 56,5%; tabacchi da fiuto e da mastico 25,28%. Tutto ciò avrà ripercussioni sul prezzo finale dei pacchetti di sigarette al consumatore finale. L’imposta – recita la norma appena approvata – “è dovuta dal produttore o fornitore nazionale o dal rappresentante fiscale del produttore o fornitore estero all’atto della cessione dei prodotti alle rivendite”, cioè ai tabaccai, i quali si vedranno molto probabilmente costretti ad aumentare il costo dei prodotti al consumatore finale.
La protesta dei produttori
Gli aumenti per i costi del tabacco erano stati preventivati in misura maggiore inizialmente e avrebbero dovuto colpire anche le sigarette elettroniche. Poi, su pressioni giunte da più parti, i rincari sono stati mitigati. In particolare è stato Agrinsieme che ha prospettato al Parlamento il rischio di pesanti ricadute sui tabacchicoltori, oltre che sui rivenditori.
Le sigarette elettroniche
Il coordinamento ricorda, inoltre, che una recente interrogazione al ministro della Salute ha evidenziato che, pur in assenza di una valutazione tecnica di impatto tossicologico da parte dello stesso dicastero, il tabacco riscaldato continuerebbe a beneficiare di uno sconto fiscale pari al 75% rispetto alle sigarette tradizionali da combustione. Lo sconto vale svariati milioni di euro che potrebbero essere utilizzati per coprire quanto atteso dalla introduzione della sugar tax, anche questo un argomento gravoso per la filiera agricola.