Nuovi bond della Colombia in dollari, quali rischi corro comprandoli?

La Colombia ha raccolto 3,64 miliardi di dollari con l'emissione di due nuovi bond sui mercati internazionali. Vediamo i possibili rischi.
2 mesi fa
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Bond Colombia, nuova emissione in dollari
Bond Colombia, nuova emissione in dollari © Licenza Creative Commons

Questa settimana ha visto il ritorno della Colombia sui mercati internazionali dopo sei mesi con l’emissione di due nuovi bond in dollari Usa. Lo stato sudamericano ha raccolto 3,64 miliardi, così suddivisi: 2 miliardi con la scadenza nel 2036 e cedola 7,80%, altri 1,64 miliardi con la scadenza 2054 e cedola 8,50%. In entrambi i casi, i rendimenti spuntati sono risultati inferiori alle attese iniziali, che erano rispettivamente per l’8,15% e l’8,80%. E’, però, anche vero che se l’emissione fosse avvenuta a settembre, Bogotà avrebbe potuto rifinanziarsi a costi inferiori.

Allora, lo spread con i Treasuries era sceso ai minimi dal 2021. Adesso, viaggia in media a 320 punti base. In pratica, il mercato prende un premio del 3,20% medio per acquistare titoli colombiani, anziché americani per le medesime scadenze.

Bond Colombia per ripagare scadenze a medio-breve termine

I proventi raccolti saranno destinati a finanziare le spese generali dello stato e a ripagare parte dei bond della Colombia in scadenza nel 2026 e 2027. Il taglio minimo fissato all’emissione è stato di 200.000 dollari, essendo stata questa nei fatti rivolta agli investitori istituzionali. Sei mesi fa, la Colombia aveva raccolto 1,3 miliardi con la riapertura di una doppia tranche. Quali rischi corriamo acquistando i titoli del debito colombiani sul mercato secondario? Ecco di seguito la nostra analisi, pur non esaustiva della situazione macroeconomica.

Gestione fiscale preoccupante

In questa fase, i mercati sono preoccupati delle possibili ripercussioni sui conti pubblici di una previsione particolare contenuta nella proposta di bilancio. Essa consente allo stato di aumentare i trasferimenti alle regioni dall’attuale 26% al 39,5% delle entrate. Una successiva legge trasferirà in capo alle regioni anche ulteriori competenze, così da sgravare il governo centrale. Sta di fatto che l’amministrazione di Gustavo Petro non ha trovato un accordo con il Congresso per l’approvazione del nuovo bilancio. Nel frattempo, il ministro delle Finanze, Ricardo Bonilla, sta tagliando alcune voci di spesa per limitare il disavanzo fiscale entro i limiti prefissati.

C’è il rischio che la proposta di legge di cui sopra aumenti la spesa pubblica, gravando un bilancio già in sofferenza. Accadde qualcosa di simile in Argentina prima del tragico default di inizio millennio.

Riserve basse e debito estero alto

Il debito pubblico è salito al 65% (dato atteso per fine anno) dal 52% del 2019. E Fitch si aspetta un deficit in crescita al 5,6% del Pil dal 4,2% del 2023. Parte dell’extra-deficit per questo fine 2024 sarà coperta ricorrendo all’emissione di nuovi bond della Colombia. Per il futuro le ombre sono parecchie. Il saldo delle partite correnti è negativo. Esso è dato dalla somma tra saldo dei movimenti finanziari e della bilancia commerciale. In altre parole, il paese è poco attrattivo dei capitali e altrettanto poco competitivo. I deflussi intaccano le riserve valutarie, che si attestavano a settembre a soli 63,6 miliardi di dollari, a fronte di un debito estero di quasi 200 miliardi, di cui oltre una trentina in scadenza entro un anno.

Bond Colombia “junk” per S&P e Fitch

Ecco perché i bond della Colombia hanno i rendimenti più alti tra tutti gli emittenti sovrani con rating BB nella regione. Il giudizio assegnato dalle agenzie internazionali è basso: BB+ per S&P e Fitch, mentre Moody’s con il suo Baa2 mantiene lo status di “investment grade”. Ricordiamo che Petro è un leader marxista e l’unico fattore che attenua le paure dei mercati è stato ad oggi il fatto che non controlli il Congresso. Da inizio anno il cambio perde quasi il 12,5% contro il dollaro. La speranza è che basti a risollevare le riserve valutarie, il cui livello segnala la capacità di uno stato di far fronte ai suoi impegni internazionali.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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