Da pochi giorni sono disponibili le nuove emissioni di Buoni fruttiferi postali, le cui condizioni per i risparmiatori sono divenute ben più convenienti. Sappiamo che negli ultimi anni i tassi d’interesse offerti erano bassissimi, senza dubbio ridicoli. Già da qualche mese la situazione stava cambiando. Cassa depositi e prestiti a giugno aveva innalzato i tassi praticati ai sottoscrittori, ma all’inizio di luglio li ha aumentati nuovamente e in misura considerevole. In questo articolo, ci occuperemo dei Buoni fruttiferi postali 4×4.
Cerchiamo di capire quanto rendono effettivamente i Buoni fruttiferi postali 4×4. L’esempio che vi proponiamo riguarda un capitale di 1.000 euro. Ipotizzando che il sottoscrittore mantenga l’investimento fino alla scadenza, egli tra sedici anni otterrebbe il rimborso dei 1.000 euro e la corresponsione di 529,12 euro a titolo di interessi. E’ quanto emerge dalla simulazione sul sito di Poste Italiane. In altre parole, gli interessi maturano a loro volta interessi e l’imposta del 12,50% sarà applicata sul monte-interessi alla scadenza. In totale, 1.529,12 euro, capitale compreso.
Buoni fruttiferi postali 4×4, ecco il rendimento netto annuo
E se la stessa cifra fosse investita nei BTp 2038? Anche questo bond presenta una durata residua all’incirca di sedici anni. Ma oggi sul mercato secondario si acquista a una quotazione di 98,21 centesimi. L’investitore spenderebbe così 982,10 euro. E ogni anno si porterebbe a casa cedole nette pari a 28,44 euro (32,50 euro lordi) per un totale di 444,48 euro fino alla scadenza dell’1 marzo 2038. Il rimborso avverrà ovviamente alla pari, cioè sarà di 1.000 euro, 17,90 euro in più di quelli effettivamente spesi (+15,66 euro netti).
Tirando le somme, il BTp 2038 alla scadenza ci avrebbe esitato un montante di 1.444,48 euro, pari a un rendimento netto cumulato del 46,9%, cioè del 3% all’anno. Il bond risulterebbe più remunerativo dei Buoni fruttiferi postali 4×4, i quali offrono un rendimento netto annuale del 2,7%. Ma sappiamo che i due investimenti presentano differenze tecniche non marginali per un investitore individuale. Il rimborso anticipato dei buoni è sempre possibile, mentre per i titoli di stato bisogna attendere necessariamente la scadenza, salvo esporsi alla volatilità del mercato secondario. In cambio, le cedole sono sempre corrisposte agli obbligazionisti fino al giorno del disinvestimento, mentre per i buoni vale la corresponsione “a scatti” quadriennali (in questo caso) sopra indicata.