Nuovi Pir 2020, ecco le modifiche apportate in Parlamento

Investire nei Pir, Piani individuali di risparmio, comporterà minori rigidità dall'anno prossimo. La Commissione Finanze della Camera ha apportato modifiche ai Nuovi Pir e all'unanimità. Ecco come cambieranno.
5 anni fa
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Nuovo decollo per i Pir, i Piani individuali di risparmio lanciati con la legge di Stabilità 2017 e arenatisi dallo scorso anno con le modifiche normative apportate dal governo “giallo-verde”? Parrebbe di sì, sempre che Camera e Senato recepiscano gli accorgimenti introdotti all’unanimità (e questo fa ben sperare) dalla Commissione Finanze di Montecitorio. Scompare il riferimento alla quota destinata ai venture capital e nel complesso vengono ammorbidite quelle rigidità che avevano indotto il mercato a prendersi una pausa per i nuovi investimenti, tant’è che nei primi 9 mesi di quest’anno si registrano deflussi per oltre 800 milioni, quando solamente nel primo anno e mezzo dall’introduzione, questi strumenti avevano attirato capitali per 17,4 miliardi di euro.

Investire in Pir, aspettando il decollo dei nuovi tra le rigidità normative

Facciamo un passo indietro e spieghiamo cosa sono i Pir, come erano stati modificati dal precedente esecutivo e come dovrebbero essere dal gennaio 2020. Essi sono contenitori giuridici, che beneficiano di agevolazioni fiscali per chi li acquista. Niente imposta del 26% sui capital gain e niente imposta di successione, ma nei limiti di 30.000 euro di investimenti a Pir e fino a un massimo di 150.000 euro nel complesso. In cambio, essi devono investire almeno il 70% delle risorse in strumenti emessi da soggetti con sede in Italia e per almeno il 30% (21% del patrimonio complessivo) in titoli diversi dall’Ftse Mib, l’indice principale di Piazza Affari.

In poche parole, i Pir sono nati con l’intento di agevolare l’afflusso dei capitali verso le società quotate di piccole dimensioni, così da favorire l’economia reale. Da quest’anno, i Nuovi Pir prevedono che almeno il 3,5% del patrimonio venga investito in titoli quotati nel segmento Aim, quello in cui si trovano le società fino a 250 dipendenti e con ricavi annui fino a 50 milioni di euro. Un altro 3,5% deve essere investito in società di venture capital.

Le nuove modifiche ai Nuovi Pir

Queste modifiche appaiono molto punitive per il settore, in quanto costringono gli investitori a impiegare una quota (solo apparentemente bassa) dei loro capitali in strumenti tipicamente illiquidi. I titoli delle società quotate nei segmenti diversi da quelli principali, infatti, sono poco negoziati e acquistarli e rivenderli diventa difficile. E così, si arriva alle modifiche di questi giorni, che dovrebbero far tornare l’appetito verso i Pir, pur rivisti dalla versione originaria. Come? Il 5% della quota del 30% sul 70% destinata all’economia reale deve essere impiegato a favore di strumenti emessi da società quotate in segmenti diversi dall’Ftse Mib e il MidCap o equivalenti su altri mercati regolamentati.

La fuga verso i bond, le incognite sui nuovi Pir e la bassa educazione finanziaria

A conti fatti, la nuova limitazione appare molto meno stringente di quella attualmente in vigore, in quanto obbliga gli investitori a destinare poco più dell’1% dei loro patrimoni ai segmenti dedicati alle piccole e alle micro-imprese, la cui capitalizzazione complessiva viene stimata in 28 miliardi. E ancora: fondi pensioni e casse previdenziali potranno investire in uno o più Pir, ma nel limite del 10% dei rispettivi patrimoni. Anche quest’ultimo paletto sembra giustificarsi con la necessità di evitare che pochi soggetti detengano quote eccessive di un mercato già di per sé poco liquido e di piccole dimensioni, così da consentirne l’accesso a un numero di risparmiatori individuali quanto più alto possibile. Del resto, era stato pensato per loro questo veicolo d’investimento.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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