E’ stata una seduta a dir poco impressionante quella di mercoledì per i Gilt, i titoli di stato di Sua Maestà emessi dal governo britannico. I prezzi sono letteralmente esplosi lungo la curva, mandando a picco i rendimenti. Pensate che nel corso di poche ore, la scadenza a 30 anni è salita del 5% a 87,50 centesimi, con il relativo rendimento ad essere crollato da 1,32% a 1,13%. E ancora meglio ha fatto il bond a 50 anni, che ha guadagnato il 7%, vedendo scendere il rendimento lordo da 1,08% a 0,90%.
Se allarghiamo lo sguardo all’andamento delle ultime sedute, notiamo che il Gilt a 30 anni nel Regno Unito si è apprezzato dell’8,3% in meno di una settimana e quello a 50 anni di ben il 12%. In termini di rendimento, siamo rispettivamente a -29 e -32 punti base. Movimenti estremi, che hanno certamente fatto felici i possessori. Inaspettatamente, perlopiù, hanno potuto realizzare guadagni in pochissimi giorni.
Gilt super sul minore indebitamento
Cos’è successo di così straordinario? Il governo di Boris Johnson ha presentano il nuovo bilancio dello stato, attraverso il Cancelliere dello Scacchiere, figura corrispondente al nostro ministro delle Finanze. Rishi Sunak ha snocciolato dinnanzi alla Camera dei Comuni numeri molto diversi dalle attese per i prossimi anni. Anzitutto, le emissioni di Gilt nell’anno fiscale corrente scenderanno di 57,8 miliardi di sterline (quasi 69 miliardi di euro), grazie ad entrate migliori delle previsioni. E nell’arco dei prossimi 5 anni, saranno di 154 miliardi di sterline in meno.
Al 2026, poi, l’economia britannica è vista più grande di oltre il 4% rispetto alle previsioni del marzo scorso. Grazie a queste dinamiche, il rapporto debito/PIL è atteso stabilizzarsi all’85%. E tutto questo, malgrado il governo stia aumentando le previsioni di spesa per 75 miliardi. Dunque, minore ricorso all’indebitamento grazie alla crescita. I Gilt festeggiano. Eppure, parte di queste notizie positive sono dovute all’inflazione. Già sopra il 3%, dovrebbe culminare al 5%, trainata dall’aumento del salario minimo del 6,6% deciso dal governo.
Nel frattempo, la sterlina è salita contro l’euro ai massimi da 20 mesi e contro il dollaro si avvia verso 1,40. Il governo stesso ha rassicurato i britannici contro l’inflazione, sostenendo di agire per contenerla. In definitiva, il boom dei Gilt sarebbe dovuto alle migliori prospettive sul debito. Poco importa ad oggi che ciò stia avvenendo perlopiù grazie all’inflazione. Del resto, per quanto bassi, i rendimenti UK risultano nettamente superiori a quelli dell’Eurozona e la Banca d’Inghilterra già segnala di volere alzare i tassi.