Con l’emanazione del Decreto legge del Congresso di Stato, la Repubblica di San Marino sarà autorizzata ad emettere un nuovo bond per un controvalore di 350 milioni di euro e una cedola del 6,50%. Oggi si riunisce il Consiglio Grande e Generale per la ratifica del decreto e dopodiché l’emissione potrà avvenire. Si tratterà della seconda obbligazione di stato sui mercati internazionali. La prima avvenne nel febbraio del 2021 per l’importo di 340 milioni e in un contesto molto difficile. La pandemia aveva colpito duramente l’economia del piccolo stato nel cuore del territorio dell’Emilia-Romagna, tra l’altro quasi azzerando il turismo, qui comparto trainante.
L’emissione del nuovo bond di San Marino consentirà allo stato di rimborsare il cosiddetto bond Titano (ISIN: XS2239061927) in scadenza il prossimo 24 febbraio. Il titolo esibiva ieri una quotazione sopra i 98,20 centesimi sul mercato secondario. Ad essa corrispondeva un rendimento lordo annuale annuo intorno al 5,61%. Solamente a fine aprile stava sotto i 97 centesimi. La risalita sarebbe dovuta proprio all’attesa della nuova emissione. Consentirà il rimborso attraverso l’ordinaria tecnica del “roll over“.
Bond San Marino con maxi-cedola opportunità con cautela
Il nuovo bond di San Marino avrà durata pari a 3 anni e 8 mesi, per cui arriverebbe a scadenza nel mese di gennaio del 2027 con un’emissione nel mese corrente. Il suo codice ISIN sarà XS2619991883. Il taglio minimo è stato fissato in 100.000 euro, per cui sarà rivolto agli investitori istituzionali. Vedremo il prezzo di aggiudicazione, se sarà sopra, sotto o alla pari. Per il momento, lo spread con l’Italia si rivela elevato: 220 punti per il bond Titano, dato che il BoT in scadenza nel febbraio 2024 attualmente offre un rendimento di poco superiore al 3,40%. Tuttavia, c’è da dire che all’emissione il differenziale per la scadenza a 3 anni era di 340 punti. E meno di un mese fa, risultava salito a 380 punti.
Anche la nuova emissione sembrerebbe di importo scarno, ma considerate che parliamo di un’economia di 1,5 miliardi di euro. Pertanto, essa peserà per oltre il 23% del PIL. La Repubblica punta a riguadagnarsi la tripla B, perduta nel 2018 ad opera di Fitch, l’unica agenzia che ne valuta l’affidabilità creditizia. Il nuovo bond di San Marino può considerarsi un grosso affare per gli investitori italiani a caccia di rendimento. Una cedola del 6,50% risulta essere a premio di 300 punti base o 3% sul BTp a 4 anni. Ma è evidente il maggiore rischio di credito. E non solo. Data l’emissione di importo assai limitato, il rischio insito nell’investimento riguarda anche la scarsa liquidità degli scambi sul mercato secondario. Chi optasse per la sottoscrizione, dovrebbe tenerlo a mente e considerare l’ipotesi di non poter rivendere il bond fino alla scadenza.