Ieri, il Tesoro ha raccolta tutti i 10 miliardi di euro che si era prefisso con l’asta dei titoli di stato a medio-lunga scadenza. Quasi la metà di questi (4,5 miliardi) sono arrivati dall’emissione del nuovo bond triennale. Si tratta del BTp con scadenza 15 settembre 2026 e cedola 3,85% (ISIN: IT0005556011). Il titolo è stato prezzato a 100,52, offrendo un rendimento lordo annuo del 3,71% contro il 3,459% del collocamento di giugno. Quest’ultimo si riferiva, però, al bond in scadenza nell’aprile del 2026.
Prezzi bond su dopo inflazione USA
L’emissione della prima tranche del BTp 2026 è arrivata in una giornata fortunata per i titoli del debito pubblico italiano.
In effetti, il rendimento del BTp a 3 anni “benchmark” il giorno prima della pubblicazione chiudeva la seduta al 3,93%. E nelle nostre previsioni il nuovo BTp 2026 avrebbe potuto esitare un prezzo sotto la pari e un rendimento finanche in area 3,95%. E’ accaduto il contrario, grazie all’imprevisto favorevole arrivato da Oltreoceano. La cedola del 3,85% è risultata, contrariamente alle attese, un po’ “maxi” per il mercato obbligazionario, date le migliorate condizioni. Pertanto, gli ordini sono arrivati a 6,44 miliardi, pari ad un rapporto di copertura di 1,43.
BTp 2026 possibile buon investimento contro inflazione
La data di regolamento per il nuovo BTp 2026 è fissata per giorno 17 luglio. Questo significa che gli obbligazionisti avranno diritto di percepire in data 15 settembre la prima cedola staccata dal Tesoro. Essa sarà in versione “mini”, dato che si riferirà a soli 60 giorni di detenzione su un semestre di 184 giorni.
In termini di rendimento netto, il BTp 2026 offrirà il 3,25% annuale. Non c’è certezza che si rivelerà sufficiente per coprire l’inflazione nel periodo. Questa era ancora al 6,4% a giugno. Entro fine anno dovrebbe dimezzarsi o quasi. L’anno prossimo è attesa intorno al 3%. Negli anni successivi ancora dovrebbe continuare a scendere verso il target BCE del 2%. Salvo sorprese, il bond dovrebbe almeno coprire in media la perdita del potere di acquisto. E non è poco in questa fase per i piccoli investitori in cerca di tutela contro il carovita.