Il Tesoro ha annunciato per giovedì 11 gennaio l’emissione in asta del nuovo BTp a 3 anni, scadenza 15 febbraio 2027. Per l’occasione punterà ad incassare un importo compreso tra un minimo di 3,75 e un massimo di 4 miliardi di euro. Il bond offre cedola annuale lorda del 2,95%, corrisposta su base semestrale. Poiché il primo stacco avverrà in data 15 febbraio, cioè esattamente 31 giorni dopo la data di regolamento fissata per il 15 gennaio, gli obbligazionisti percepiranno una cedola corta pari allo 0,248505% del capitale nominale investito.
Cedola netta reale di tutto rispetto
Allo stato attuale, il BTp a 3 anni offre un rendimento di poco inferiore al 3%. Era arrivato al 4% in ottobre. Questo implica che, verosimilmente, l’emissione di giovedì avverrà con prezzo un po’ sotto la pari. Una cedola lorda del 2,95% corrisponde al 2,58% netto. L’imposizione fiscale è del 12,50%, come sappiamo. Sembra un dato di tutto rispetto, specie con l’inflazione italiana crollata a dicembre allo 0,6%. Pur essendo prevista una sua risalita nel corso dei mesi successivi, il mercato la sconta ben sotto il target del 2% fissato dalla Banca Centrale Europea. Nel medio-lungo periodo, anzi, la stima persino sotto l’1%.
Il BTp a 3 anni può essere un buon investimento per le famiglie che volessero mettere a frutto la liquidità senza assumersi grossi rischi. Il periodo di tempo occorrente per ottenere il rimborso del titolo è basso e ci sarebbero buone probabilità di disinvestire eventualmente prima senza subire perdite in conto capitale.
Non solo BTp a 3 anni, settimana ricca di emissioni
Nelle ultime sedute stiamo assistendo a una generale risalita dei rendimenti obbligazionari. Il BTp a 10 anni, che a Natale era sceso fin sotto il 3,50%, adesso viaggia in area 3,85%. Lo spread si mantiene sotto 170 punti base, pur anch’esso in lieve risalita.