Il nuovo BTp decennale offre in asta meno del 3,45%, -0,25% rispetto a fine agosto

Il nuovo BTp decennale, con scadenza febbraio 2035, vede crollare il rendimento di un quarto di punto percentuale in asta.
3 mesi fa
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Previsioni sui titoli di stato nel 2025
Previsioni sui titoli di stato nel 2025 © Licenza Creative Commons

Degli 8,75 miliardi di euro oggi incassati dal Tesoro in asta, 3,5 miliardi sono arrivati dall’emissione della quinta tranche del nuovo BTp decennale. Il bond ha scadenza in data 1 febbraio 2035 e stacca su base annuale il 3,85% (ISIN: IT0005607970), corrisposta ogni sei mesi. Gli ordini sono stati pari a 5,68 miliardi, 1,62 volte l’importo offerto. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 103,90, corrispondente a un rendimento lordo del 3,43%. Alla precedente asta di fine agosto, lo stesso bond aveva esitato un rendimento del 3,68%, lo 0,25% più alto.

Rendimento crollato con taglio dei tassi BCE

Il crollo del rendimento risente di quanto sta accadendo sul mercato secondario. Il BTp decennale è arrivato ad offrire stamane il 3,42% e lo spread con il Bund di pari durata è sceso a 130 punti base o 1,30%. A contribuire al clima positivo sull’obbligazionario c’è la notizia della discesa dell’inflazione sotto il 2% in Spagna (1,5%) e Francia (1,2%) a settembre sulla base delle stime preliminari. Aumentano le probabilità di un terzo taglio dei tassi di interesse già in ottobre per la Banca Centrale Europea (BCE).

Per fine anno, il mercato sconta un costo del denaro sceso al 3% dal 3,50% attuale. Lo spread stringe per il minore rischio sovrano percepito sul debito pubblico italiano con gli attesi minori costi di emissione. I CDS a 5 anni, titoli che assicurano contro il rischio di default, sono scesi ai livelli più bassi dal 2008, prima che vi fosse il crac di Lehman Brothers. Nell’ottobre dello scorso anno, il BTp decennale arrivò ad offrire un rendimento del 5%.

BTp decennale appetibile con inflazione all’1%

Al rendimento attuale, il BTp decennale viaggia ai minimi dall’agosto del 2022. Allora, i tassi sui depositi bancari erano ancora a zero. Tuttavia, l’inflazione italiana viaggiava all’8,4%, mentre oramai, stando all’ultimo dato Istat relativo al mese scorso, si attesta a poco più dell’1%. Le stesse aspettative d’inflazione sono relativamente basse per il medio-lungo termine, decisamente inferiori al target del 2% fissato dalla BCE.

Ed è proprio questo aspetto a rendere ancora più appetibili i nostri titoli di stato con il taglio dei tassi. I rendimenti netti reali offerti dai nostri bond risultano in prospettiva di gran lunga positivi, mentre non si può dire lo stesso dei bond di altri paesi, tedeschi in testa.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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