Ieri, il Tesoro si è mostrato ottimista sul fabbisogno finanziario di quest’anno, il quale risulterebbe nettamente inferiore alle stime del governo indicate nel NADEF al 9,4%. Nel frattempo, il costo di emissione medio ponderato è sceso allo 0,1% dallo 0,59% del 2020, ai minimi di sempre. E nel 2022, un nuovo BTp Futura e forse anche due. Problemi, invece, per il BTp Italia, come spiega il direttore generale Alessandro Rivera.
Il Tesoro non esclude di emetterne uno contestualmente alla scadenza del BTp Italia novembre 2022 (ISIN: IT0005351678), ma sostiene di dovere gestire tecnicamente i rendimenti negativi.
BTp Italia e i rendimenti negativi
Il fatto è che per le brevi e medie scadenze, i titoli di stato italiani rendono o negativamente o poco sopra di zero. Poiché l’inflazione attuale viaggia verso il 4%, questo significa che offrono rendimenti reali nettamente negativi. Se questo è vero, come si fa ad emettere un BTp Italia con una cedola minima e un prezzo uguale a 100? Anche ipotizzando l’emissione di un zero coupon a 5 anni, allo stato attuale significherebbe offrire un rendimento nominale prossimo al 4%, quando sulla medesima scadenza i nostri bond rendono poco più dello 0,20%.
Per il resto, la vita media del debito pubblico italiano è stata allungata a 7,12 anni. E le emissioni complessive ammonteranno al 31 dicembre a ben 478 miliardi di euro, di cui 160 miliardi di BoT e 318 miliardi di titoli a medio-lungo termine. Questi ultimi erano mediamente intorno ai 250 miliardi prima del Covid, a conferma di quanto la pandemia abbia impattato sul fabbisogno dello stato. Per l’anno prossimo, le emissioni nette sono stimate in 80-90 miliardi, di cui la metà sarebbero coperte dalla BCE, spiega ancora Rivera.