Il nuovo Dpcm del 7 ottobre 2020 è stato convertito in legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Si tratta dell’ultimo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per contrastare la diffusione del coronavirus, dopo quelli firmati in passato dal Presidente Giuseppe Conte nei momenti più difficili della pandemia. Oltre alla proroga dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021, vediamo in modo schematico cosa si può fare e cosa no da oggi.
Utilizzo della mascherina
La mascherina è obbligatoria all’aperto in prossimità di persone non conviventi e nei luoghi pubblici al chiuso.
Assembramenti
Per quanto riguarda, invece, gli assembramenti, resta in vigore la regola generale prevista fin dall’inizio della pandemia: divieto di assembramento e distanza interpersonale di almeno un metro. Ciò non vale se al proprio fianco si hanno persone conviventi.
Smart working
Le aziende sono libere di estendere lo smart working senza accordo individuale con il dipendente interessato dall’attivazione dello strumento. Con il nuovo Dpcm la normativa viene estesa in automatico fino al 31 gennaio 2021, termine fissato per la fine dello stato di emergenza in Italia.
Multe
I trasgressori delle regole imposte dal Dpcm del 7 ottobre vanno incontro a multe salate, ancora più pesanti rispetto a quelle fissate a inizio pandemia. Se si viene sorpresi non indossare la mascherina laddove invece andrebbe indossata si rischia una multa da 400 a 1.000 euro. Le persone che invece non rispettano la quarantena sono passibili di una multa da 500 a 5.000 euro e un arresto da 3 a 18 mesi.
Vedi anche: Obbligo mascherine all’aperto in tutta Italia: che cosa succede a chi non le indossa