Nuovo massimo storico per l’oro: non i dazi, ma la politica debole sostiene il metallo

Ennesimo massimo storico segnato oggi dall'oro, che si avvicina alla soglia dei 3.100 dollari. La politica debole spaventa i mercati.
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3 giorni fa
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Nuovo massimo per l'oro
Nuovo massimo per l'oro @ Diritti di Investireoggi.it

Ennesimo massimo storico segnato dall’oro nella seduta odierna. La quotazione spot è salita fino a 3.086 dollari, registrando una crescita dall’inizio dell’anno prossima al 18%. Per quanto nel frattempo il dollaro si sia deprezzato in media di oltre il 4% contro le altre principali valute mondiali, il bilancio effettivo resta di gran lunga positivo. Il mercato sta scontando l’imposizione dei dazi americani a partire dal prossimo 2 aprile, che colpiranno anche le merci dell’Unione Europea.

Tra dazi USA e riarmo europeo

Gli effetti di questa politica di “guerra commerciale” sono considerati inflattivi. E il nuovo massimo dell’oro si spiega con il fatto che gli investitori cercano riparo proprio dal rischio inflazione. Nel mese di febbraio, l’indice PCE per i prezzi al consumo negli Stati Uniti è salito un po’ oltre le previsioni.

Essendo il preferito della Federal Reserve nel monitoraggio del carovita, formalmente si ridurrebbero le probabilità di nuovi tagli dei tassi di interesse nei prossimi mesi.

In realtà, poco sembra cambiare rispetto alle previsioni di 2 tagli dei tassi entro fine anno dello 0,25% ciascuno. In teoria, poi, tassi più alti dovrebbero deprimere il metallo, anziché sostenerlo verso un massimo dopo l’altro. Ed è qui che s’inseriscono le paure del mercato. Nell’ultimo mese, l’Europa ha annunciato un piano di riarmo e la stessa Germania ne sta varando uno proprio, in entrambi i casi tutto in deficit. Berlino spenderà 1.000 miliardi di euro in 10 anni senza coperture, inclusi gli investimenti in infrastrutture.

Politica debole, paura per inflazione

I dazi in sé non scuoterebbero il mercato, se non fosse che esso teme che la prevista maggiore inflazione non sarà contrastata efficacemente dalle banche centrali.

Ciò spiega in parte perché i rendimenti americani stiano scendendo. E lo stesso dicasi per il riarmo europeo, che stimolerebbe l’economia nell’Eurozona senza che la Banca Centrale Europea possa fare più di tanto per reagire all’eventuale risalita dell’inflazione. La politica occidentale è debole. Tutti i governi hanno problemi, chi più e chi meno, di consenso. E nessuno vuole tirare la corda tagliando le spese o aumentando le entrate o lasciando che i tassi salgano. Ne consegue che i bilanci degli stati peggiorano di anno in anno e che il carovita rischia di essere tollerato per assenza di coraggio.

Il massimo dell’oro di oggi, l’ennesimo in questi ultimi mesi, si spiega proprio con la scarsa fiducia riposta dai mercati sulla politica debole dell’Occidente. Le stamperie monetarie dovranno finanziare eccessi di spesa pubblica ormai giustificati emergenza dopo emergenza. L’America ha accumulato un debito monstre stimato ad inizio gennaio sopra 36.000 miliardi di dollari. E tende ormai a crescere al ritmo di 2.000 miliardi all’anno. Neanche la crescita nominale del Pil regge questi ritmi.

Massimo per oro a 3.500 dollari?

Più debiti implicano la necessità di tenere i tassi bassi per rifinanziarli e accumularne di nuovi senza gravare eccessivamente sui conti pubblici.

E ciò a sua volta si traduce in inflazione. E il metallo è lo storico “safe asset” per trovare riparo contro l’inflazione, oltre che l’instabilità finanziaria e geopolitica. Il massimo dell’oro di oggi non sarà l’ultimo. Bank of America stima che la quotazione salirà fino a 3.500 dollari entro l’anno. E può darsi che tra poche settimane la previsione sarà aggiornata ancora una volta al rialzo. Anche perché un dollaro in discesa tende a stimolare i prezzi degli asset in esso denominati.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

1 Comment

  1. Ma l’oro italiano, 1470 tonnellate dov’è finito? Perché non se ne parla? Quando in questi anni tutti gli stati europei lo stanno richiamando nei propri forzieri?

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