E’ Shigeru Ishida il nuovo primo ministro del Giappone. La scorsa settimana, a sorpresa, ha battuto Sanae Takiachi alle primarie del Partito Liberal Democratico, che ha governato quasi ininterrottamente il Sol Levante dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’avversaria ambiva a diventare la prima donna a capo del governo nipponico e dopo il primo turno, che l’aveva vista vittoriosa, il suo sogno sembrava ad un passo dall’essere realizzato. Invece, al ballottaggio l’ha spuntata il 67-enne ex ministro della Difesa.
Borsa di Tokyo giù
I mercati non hanno reagito granché bene alla nomina di Ishida. L’indice Nikkei-225 della Borsa di Tokyo perde oltre il 5% dalla notizia. Anche lo yen si è indebolito leggermente contro il dollaro, mentre i rendimenti dei bond sovrani sono di poco scesi. A cos’è dovuto tale disappunto e cosa dovremmo attenderci per il breve periodo?
Fine dell’Abenomics in vista
Ishida è stato in passato l’avversario interno di Abe. La sua popolarità accusò il colpo quando questi rimase ucciso nell’attentato. La sua avversaria Takiachi, che per gli osservatori avrebbe vinto le primarie e sarebbe diventata premier, aveva reso dichiarazioni contrarie all’aumento dei tassi di interesse. Viceversa, l’attuale capo del governo sostiene la normalizzazione monetaria della Banca del Giappone. Inoltre, è propenso a ridurre il sostegno all’economia attraverso la leva fiscale. In altre parole, Ishida promette di smantellare la cosiddetta “Abenomics”, la politica economica condotta nel lungo decennio da Abe e che trovò appoggio nell’ex governatore centrale Haruhiko Kuroda.
Il crollo della borsa si spiega con la previsione di tassi di interesse più alti di quelli attesi nel caso di vittoria di Takiachi.
Con Ishida tassi più alti e yen più forte?
Nel suo discorso della vittoria, Ishida ha promesso che ridarà fiducia ai giapponesi, riportandoli al “sorriso” e alla fiducia verso il suo partito dopo numerosi scandali che lo hanno riguardato. Ha per questo indetto elezioni anticipate per il prossimo 27 ottobre. Un blitz che serve ad evitare che le opposizioni abbiano il tempo sufficiente per organizzarsi. Resta da vedere se e quali riforme economiche varerà il suo governo. In generale, dovremmo attenderci tassi più alti e riduzione del deficit fiscale. Entrambe le misure vanno nella direzione di offrire sostegno allo yen e di colpire borsa e bond. L’indice Nikkei-225 vivrebbe una fase complicata, anche perché un cambio eventualmente più forte ridurrebbe l’appeal delle azioni nipponiche tra gli investitori stranieri. I rendimenti sovrani continuerebbero a salire per scontare un costo del denaro più alto.