Nuovo riscatto contributi nella Legge di bilancio 2024. Vale anche per i forfettari (quesito)?

I periodi oggetto di riscatto dei contributi sono parificati, ai fini pensionistici, ai periodi di lavoro
10 mesi fa
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Riscattare i contributi, c’è a chi conviene e a chi invece no
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In redazione di Investire Oggi abbiamo ricevuto un interessante quesito sulla nuova possibilità di riscatto dei contributi prevista con la L. di bilancio 2023, Legge n°213/2023.

La Legge di bilancio 2024 ha previsto una nuova chance per i riscatto ai fini pensionistici dei contributi rispetto a periodi non coperti da contribuzione. A quanto ho letto mi pare di capire che possono sfruttare tale possibilità anche artigiani e commercianti iscritti all’INPS“.

A tal proposito mi chiedo se anche chi come me è in regime forfettario può ricorrere al riscatto dei contributi, deducendo il relativo costo dal reddito 2024.

La domanda tiene conto del fatto che i contributi previdenziali sono l’unica voce deducibile dal reddito prodotto in regime forfettario.

Prima di rispondere al quesito del nostro lettore, innanzitutto è necessario riprendere le novità contenute nella Legge di bilancio 2024.

La nuova chance di riscatto dei contributi nella Legge di bilancio

A prevedere una nuova possibilità di riscatto dei contributi ai fini pensionistici sono i commi da da 126 a 130 della L. di bilancio 2024.

In particolare, la Manovra prevede in riferimento ai soggetti privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 (e rientranti, quindi, nel sistema di calcolo contributivo integrale), la possibilità di riscattare, in tutto o in parte:

  • nella misura massima di cinque anni, anche non continuativi;
  • i periodi, precedenti la data del 1° gennaio 2024, non coperti da contribuzione presso forme di previdenza obbligatoria né soggetti ad alcun obbligo contributivo.

La condizione primaria per accedere al riscatto dei contributi è che i periodi temporali oggetto di riscatto siano compresi tra l’anno del primo contributo – in una delle gestioni previdenziali interessate dalla norma (artigiani e commercianti, gestione separata, ecc.).

I periodi oggetto di riscatto dei contributi sono parificati, a tutti gli effetti pensionistici, ai periodi di lavoro.

La domanda di riscatto può essere presentata dall’assicurato o dai suoi superstiti o dai suoi parenti ed affini entro il secondo grado; la domanda scadrà il 31 dicembre 2025.

Nuovo Riscatto contributi nella Legge di bilancio 2024. Vale anche per i forfettari?

In linea di generale, il costo del riscatto può essere dedotto dal reddito (vedi art.10 del TUIR). La deduzione infatti riguarda sia i contributi obbligatori sia quelli facoltativi (versati alla forma pensionistica obbligatoria di appartenenza).

Per dare una risposta al nostro lettore tuttavia bisogna prendere in considerazione le peculiarità del regime forfettario. Dunque dobbiamo soffermarci sulle regole di determinazione del reddito previste per tale regime.

Il reddito di chi è in regime forfettario è determinato applicando al totale dei ricavi o dei compensi incassati nell’anno un coefficiente di redditività. Il coefficiente di redditività varia in base al tipo di attività svolta. Ad esempio, per le attività professionali il coefficiente di redditività è pari al 78%; per gli intermediari del commercio è del 62%, ecc.

Da tale reddito sono deducibili i contributi previdenziali dovuti per legge. Al reddito così determinato, si applica l’imposta sostitutiva del 15% o del 5%.

Nello specifico: sono deducibili i contributi previdenziali dovuti per legge, compresi i contributi previdenziali versati per conto dei collaboratori dell’impresa familiare fiscalmente a carico, nonché quelli versati per conto dei collaboratori non fiscalmente a carico, a condizione che il titolare non abbia esercitato nei loro confronti il diritto di rivalsa.

I forfettari possono richiedere anche uno sconto sui contributi da versare all’INPS.

Detto ciò, per rispondere al quesito ci viene in aiuto anche il contenuto della risposta del ministero dell’Economia all’interrogazione presentata da Giovanni Currò (M5S) nel corso del di un question time del 2020.

In tale sede venne messo in evidenza, in merito alla possibilità di riscatto degli anni di laurea, che la deducibilità dei contributi versati ai fini del riscatto non riguardava i forfettari i quali possono dedurre sono i contributi obbligatori.

Ammenoché non dichiarino altre redditi soggetti a Irpef.

Si pensi, ad esempio, a un fitto di un locale, non in regime di cedolare secca. In tale caso, il costo del riscatto può essere fatto valere a deduzione del reddito “tassato” con Irpef.

Riassumendo…

  • La Legge di bilancio 2024 prevede una nuova chance per il riscatto dei contributi;
  • la possibilità di riscatto riguarda anche artigiani e commercianti iscritti all’INPS;
  • chi è in regime forfettario e non ha altri redditi “Irpef” non può dedurre il costo del riscatto dal reddito soggetto ad imposta sostitutiva regime forfettario.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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