E’ stato un bagno di sangue, che aggiorna il record negativo registrato lo scorso settembre dalla stessa società. Il titolo Nvidia ha chiuso le contrattazioni nella seduta di ieri al Nasdaq 100 con un tracollo del 17%, che equivale a una perdita di 589 miliardi di dollari, la più alta nella storia mondiale per un’unica giornata. Quattro mesi fa, il colosso aveva perso in un giorno solo 279 miliardi e anche quello era stato un record dopo i -232 miliardi di Meta (ex Facebook) segnati nel 2022.
DeepSeek minaccia l’IA americana
Il crollo di Nvidia non è stato solitario. Oracle ha lasciato sul terreno il 13,8%, mentre nel complesso il listino se l’è cavato con un -3%.
Tutto a seguito dei primi riscontri su DeepSeek, l’app cinese che fa concorrenza a chat bot come ChatGPT e che su alcuni punti è risultata essere migliore. Rilasciata appena una settimana fa, è stata scaricata al 25 gennaio scorso 1,6 milioni di volte sul mercato americano. Ma, soprattutto, è costata una miseria: capitale sociale di appena 10 milioni di yuan, circa 1,4 milioni di dollari.
Per capire come mai il successo di DeepSeek abbia travolto il comparto tech in borsa, bisogna guardare ancora una volta ai numeri di Nvidia. Le sue azioni erano salite del 239% nel 2023 e del 171% nel 2024, fino a raggiungere nei giorni scorsi qualcosa come 3.500 miliardi di capitalizzazione, il valore più alto al mondo e superando Apple. Ieri, la capitalizzazione scendeva a 2.900 miliardi. Ma fino a un paio di anni fa, in pochi conoscevano questa realtà nata nel 1983. Da società produttrice di schede grafiche per videogiochi si è trasformata di recente in fornitrice di chip per i colossi attivi nel business dell’Intelligenza Artificiale (IA) come OpenAI e Microsoft.
Wall Street teme la bolla finanziaria
Se guardiamo ai profitti ultimi 12 mesi, anche dopo il crollo di ieri Nvidia capitalizza più di 56 volte. E’ un dato altissimo, che si giustificano con la previsione di profitti in forte crescita per i prossimi trimestri e anni. Ma ciò presuppone per l’appunto che l’IA vada avanti e che vengano richiesti dal mercato chip in quantità sempre maggiore. Il loro costo unitario può arrivare a decine di migliaia di dollari.
Questa prospettiva è stata messa in dubbio da DeepSeek. I cinesi hanno appena dimostrato di riuscire a fare concorrenza investendo quattro spiccioli. A Wall Street è il panico. Molti investitori e qualche analista iniziano a temere di avere sopravvalutato le azioni di alcune realtà tech. In sostanza, si sarebbe alimentata una pericolosa bolla finanziaria. Lo stesso presidente Donald Trump non ha inveito contro la Cina, ma ha rimarcato come sia “positivo” che abbia dimostrato che si possano raggiungere ottimi risultati spendendo poco. Ha, però, avvertito che il caso confermi la necessità di “aumentare gli sforzi” nel comparto, investendo di più.
Crollo di Nvidia segnale anche per l’Europa
Nel complesso, l’establishment americano ha dedotto che la “guerra” sull’IA sarà più combattuta di quanto si pensasse.
Non è bastato porre un argine cinque anni fa a Huawei, né avere posto l’embargo alla Cina sui prodotti legati al comparto tech. Anzi, forse la chiusura ha spinto Pechino a non lesinare gli sforzi per competere con gli Stati Uniti. In questo scenario, l’Europa semplicemente non esiste. Questo non significa che non accuserà il colpo di un’eventuale crisi del Nasdaq. Ieri, il crollo di Nvidia era stato preceduto da cali del settore nel nostro continente. Stm era riuscita a chiudere la seduta in positivo, ma nella tarda mattinata stava ben sotto la parità.